
11/02/11
La repubblica - Cronaca di Roma
L’unica certezza è che i tempi previsti inizialmente non saranno rispettati. Cambia il "cronoprogramma" della futura Linea C della Metropolitana di Roma, quella che dovrebbe collegare Pantano/Monte Compatri a piazzale Clodio. Di pochi mesi, per adesso ma, in proiezione, i tempi potrebbero ulteriormente allungarsi. Tanto che ora il termine di conclusione dei lavori, previsto per il 2018 sparisce completamente dalla sezione del sito "tempi di realizzazione". Ufficialmente con questa motivazione: «Per le tratte da Fori Imperiali/Colosseo a Clodio/Mazzini bisogna attendere la conclusione della progettazione definitiva e la conseguente approvazione e finanziamento del CIPE». Una dicitura più attenuata rispetto a quella che due giorni fa, per alcune ore, è comparsa sul sito romametropolitane.it e che, più seccamente, affermava che «per le altre tratte da Fori Imperiali a Clodio-Mazzini, ogni ipotesi temporale è allo stato impossibile». Ma tra la versione "light" e quella non depurata, il senso non cambia. Ora il tratto finale è "in progettazione".
Se per la conclusione del progetto c’è un rinvio "a data da destinarsi" per la consegna della prima tratta, quella da Pantano/Monte Compatri a Parco di Centocelle, lo slittamento è di un paio di mesi rispetto al progetto iniziale: dadicembre2011 si passa a febbraio 2012. Sulla carta, invece, gli altri tratti rispettano i tempi stabiliti: ottobre 2012 peri il tratto fino a piazza Lodi e dicembre 2013 per quello fino a San Giovanni. Sei mesi in più (da dicembre 2015 a giugno 2016), invece, per il tratto fino al Colosseo.
«Ormai è evidente che la realizzazione delle metropolitane non ha più certezze su tempi e costi», attacca Mario Staderini, segretario dei Radicali Italiani. «Scommettiamo che anche le date previste ora slitteranno? Dubito che per il 2013 sarà pronta la stazione di San Giovanni. E forse è quasi un bene: se la Metro C si fermasse solo lì tutto il traffico si riverserebbe sulla linea A, che è già satura». I radicali al Consiglio regionale, Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, lo scorso agosto fecero anche una interrogazione («attendiamo ancora risposta», dicono) alla presidente Renata Polverini in cui si concentravano sulla lievitazione dei costi per la tratta T3, da San Giovanni a Colosseo: «Un costo schizzato alle stelle: da 519 milioni a 1 miliardo e 310 milioni». E le associazioni Italia Nostra e "Progetto Celio" denunciano che l’opera, alla fine, costerà 5 miliardi di euro, anziché i 3 inizialmente previsti. A fronte, soprattutto, della soppressione di alcune fermate in zona centrale (Argentina, Chiesa Nuova e Paoli).
E intanto, sul fronte del prolungamento della Metro B, dopo le voci su un possibile annullamento della gara per il tratto da Rebibbia a Casal Monastero (aggiudicata provvisoriamente da un consorzio di imprese guidato da Salini), ieri è intervenuto l’assessore ai trasporti Antonello Aurigemma: «La notizia è priva di fondamento. Ad oggi nessuna decisione è stata presa dall’amministrazione capitolina».
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