
17/11/10
La repubblica - Cronaca di Roma
Quasi due chilometri a piedi tra la fermata di piazza Venezia e quella di San Pietro. Questo spetterà ai futuri utenti della linea C, perché, una dopo l’altra, per motivi archeologici e di costi, sono state cancellate dal tracciato le previste stazioni di largo Argentina e piazza della Chiesa Nuova.
«È un’assurdità - protesta Legambiente Lazio per bocca del suo presidente Lorenzo Parlati - non stiamo parlando di un treno, ma di una metropolitana, che svolge un servizio di adduzione e distribuzione dei passeggeri nel centro storico. A febbraio la sovrintendenza aveva chiesto a Roma Metropolitane di ricollocare la stazione Chiesa Nuova e anche Federico Bortoli, l’amministratore delegato, aveva annunciato una leggera ricollocazione per non interferire con i ritrovamenti. In questo modo la soppressione della stazione Argentina sarebbe stata accettabile perché la distanza tra Venezia e Chiesa Nuova è di appena 580 metri». «Roma passerà alla storia dei trasporti per un metodo unico al mondo - dichiara Mario Staderini, segretario dei Radicali italiani - scavare metropolitane costosissime senza fare le stazioni». Gianni Ascarelli, presidente di Roma Metropolitane, vuole rassicurare. «Quello tra piazza Venezia e San Pietro è uno spazio quasi esclusivamente turistico, che non ha grandi attività lavorative e i turisti in quello spazio ci vanno comunque, muovendosi a piedi. A piazza della Chiesa Nuova apriremo un pozzo di areazione, ma la stazione no, perché non c’è lo spazio sufficiente per entrare in un punto così complesso del tessuto urbano». Anzi, secondo Ascarelli la mancata stazione Chiesa Nuova salvaguarderà ulteriormente gli edifici storico monumentali dell’area. «Le talpe andranno oltre i 30 metri, fino a 38 metri di profondità, senza provocare alcuna oscillazione dei palazzi», spiega.
Ma Parlati rilancia. «Adesso che le imprese costruttrici della linea C hanno manifestato il loro interesse a contribuire con i loro capitali alla realizzazione della tratta T2, Colosseo-Mazzini, bisogna vigilare e insistere con loro perché recuperino la stazione Chiesa Nuova. Il rischio, invece, è che tendano a semplificare per non far lievitare i costi».
Anche se la gara d’appalto europea del 2005 per la linea C ha riguardato l’intero percorso, i tratti finora finanziati sono stati Pantano-San Giovanni e San Giovanni-Colosseo. Della tratta Colosseo-Prati al momento è finanziata solo l’attività di progettazione definitiva e i finanziamenti pubblici si allontanano nel tempo. Per questo il Campidoglio ha dato il via libera ad un’ipotesi di project financing, accogliendo la proposta delle imprese Astaldi, Vianini, Lega Cooperative e Ansaldo di contribuire all’investimento per il completamento della linea in cambio della gestione del servizio di tutta la metro C.
«In vista della realizzazione della metro C - chiede infine Parlati - perché non ripristinare la storica tranvia romana San Pietro-Termini, che completerebbe la riorganizzazione del trasporto pubblico del quadrante?».
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