
«Se uno si ama si sposa». Semplice. Che siano due donne o due uomini ad amarsi per Marino fa lo stesso, «non vedo dove sia il problema». E se i genitori vogliono bene a un figlio non importa che siano due papà o due mamme. Il sindaco di Roma dice sì ai matrimoni e alle adozioni gay e annuncia che «subito dopo il bilancio» si voterà il registro delle unioni civili. Milano il registro ce l’ha da più di anno, così come Cagliari e più recentemente Palermo, e altre città le stanno seguendo, Firenze, Torino e Napoli. Presto anche a Roma - assicura il sindaco - si arriverà al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto come promesso in campagna elettorale. Marino prende una posizione netta su argomenti destinati a dividere, lancia la sua battaglia e lamenta il ritardo dell’Italia durante una diretta a RepubblicaTv. «Credo che il paese sia indietro rispetto ai diritti civili delle persone - dice - l’Italia e la Grecia sono gli unici due Paesi dell’Unione Europea a non avere una legge sul tema delle unioni civili». Il sindaco «purtroppo» non può farci niente, «è una questione di livello nazionale».
VIA ALL’ITER
Marino parla di «matrimonio» tra persone delle stesso sesso e lo sottolinea anche. «Non ho paura di pronunciare questa parola», afferma. «Tanti a sinistra invece ce l’hanno». La sua opinione a riguardo era nota, non così chiara la sua idea sulle adozioni, su questo - ammette - c’è stato un ripensamento: «Se questa domanda mi fosse stata fatta nel 1987 avrei risposto di non essere favorevole. Poi seguendo mia figlia in una città all’estero dove aveva compagni di scuola con genitori dello stesso sesso mi sono reso conto che non ho nessuna contrarietà purché l’adozione venga fatta nell’interesse primario del bambino». Negli uffici del Campidoglio è già arrivata per un primo parere tecnico una proposta di delibera su un registro delle unioni civili che sarà unico per tutti i municipi. Per fare richiesta di iscrizione almeno una delle due persone deve risiedere a Roma. Le cerimonie potrebbero essere celebrate nei locali messi a disposizione dei matrimoni civili, come ad esempio la Sala Rossa del Campidoglio. Le associazioni gay applaudono, l’ex sindaco Alemanno storce il naso e parla di provocazioni.
LE REAZIONI
«Mi domando - attacca Alemanno - perché un sindaco che dovrebbe rappresentare tutti i romani si vada a infilare in questioni controverse e laceranti. È il Parlamento nazionale che nel bene o nel male si deve occupare di queste questioni che per altro contrastano con quanto previsto nella nostra Costituzione». «Bene il sindaco sul riconoscimento del matrimonio gay e sulle adozioni - è il commento di Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay center - a Marino proporremo di celebrare la prima unione gay in Campidoglio». Il presidente del circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, Andrea Maccarrone, si augura che «i lavori per l’approvazione del registro procedano spediti e siano il primo passo di un lungo e complesso percorso».
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