
Al direttore - La ringrazio per avermi pubblicamente girato la lettera di Sergio Fama, un genitore che sa amare il figlio in stato vegetativo e sa raccontarlo con parole semplici. Sono d’accordo con lei: una bella lettera che parla da sola. Attenzione, però, a non far dire alla lettera ciò che la lettera non dice. Il figlio di Sergio, stando alla lettera, non aveva espresso alcuna indicazione di sospensione di terapie.
Non c’è dunque discussione: bisogna curare e assistere il ragazzo, aiutare i genitori. L’eutanasia, invece, riguarda i casi nei quali una volontà di terminare la propria vita è espressa dal malato (direttamente o attraverso un testamento biologico), ma quella volontà viene impedita con la minaccia di una dozzina di anni di carcere per chi vorrebbe aiutare a farla rispettare.
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