
03/01/11
la Repubblica
«Quello dell’imam del Cairo è un giudizio del tutto gratuito», controbatte il cardinale spagnolo Julian Herranz. «Forse l’imam non ha ben capito quanto detto dal Papa o è stato male informato», tenta di spiegare padre Federico Lombardi, portavoce di Benedetto XVI. Non è piaciuta in Vaticano l’improvvisa accusa di «inaccettabile ingerenza» del grande imam di Al-Azhar del Cairo, Hamed al-Tayyeb. Il malcontento è palpabile, anche se la Segreteria di Stato non è orientata a emettere una formale nota di protesta. Ma chi parla non nasconde «sorpresa e delusione». Come Herranz, tra i più ascoltati consiglieri di Ratzinger su materie giuridiche, ex ministro della Giustizia ed ora presidente della Commissione disciplinare del Vaticano: «Nessuna ingerenza. Il Papa ha prima di tutto invocato pace e giustizia, poi ha chiesto l’intervento dei governanti. Lo ha fatto per i copti, ma lo aveva fatto altre volte per altre comunità religiose non cristiane minacciate da fanatici ed estremisti». «Definire tutto questo - sottolinea ancora il porporato - una inaccettabile ingerenza è azzardato, incomprensibile e gratuito. Ma sono certo che si tratta di un parere personale. Solo poco tempo fa un centinaio di alti capi religiosi islamici hanno sottoscritto un documento sulla libertà religiosa con il cardinale JeanLouis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso».
«Il Santo Padre è sempre in prima linea nella difesa dei diritti umani, a partire dalla libertà religiosa per i cristiani e per tutte le altre religioni, a partire ovviamente dall’islam», commenta padre Lombardi, «per questo non si comprendono le accuse di ingerenza da un imam che, non va dimenticato, ha fatto le condoglianze ai copti per le 21 vittime e condannato severamente l’attentato di Capodanno e ogni forma di violenza». «Non è da escludere - azzarda il portavoce - che l’imam al-Tayyeb non possa aver capito compiutamente gli interventi di Benedetto XVI per problemi di traduzione».
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