
Per le opposizioni, per gli astensionisti, per i dissidenti, sembrava fatta nel pomeriggio. E circolavano numeri da cappotto: nel voto sul Rendiconto dello Stato, la maggioranza veniva data addirittura sotto i 310. Poi però, il metodo Verdini, ossia il tentativo di recupero delle «pecorelle smarrite», ha riaperto la partita. I numeri ballano, e balleranno fino alla fine. Ma nonostante il trionfalismo in casa Pdl ieri sera (Sacconi: «Non ci saranno problemi»), la soglia della sopravvivenza è tutt'altro che scontata. Anzi. Si parte da 317 (e non più da 316, come l'ultima volta, perché a Pietro Franzoso che non votava causa malattia è subentrato Luca D'Alessandro che è un voto in più) ma se si tolgono i tre passati all'Udc (Bonciani, Carlucci, D'Ippolito) si scende a 314. Togliendo anche Antonione e Pittelli (non più schierati con il Pdl) si va a 312. Nei quali rientrano anche Urso, Buonfiglio e Scalia, ex finiani pentiti, che hanno annunciato il voto per il governo ma hanno posizioni articolate. Le opposizioni, con in aggiunta i malpancisti e i fuoriusciti del Pdl e i Calogero Mannino, i Santo Versace, sono calcolati a quota 316. Comprensivi dei Radicali, che oggi avranno un incontro con Bersani e intanto hanno detto che si astengano come tutto il resto dell'opposizioni nel voto di oggi.
L'operazione Verdini sta comunque cercando, pare con qualche successo, di far diminuire i numeri del fronte anti-governativo. Non solo Gabriella Carlucci è stata contattata da Berlusconi, ma è restata ferma sulle sue posizioni. Non solo il Cavaliere oggi vedrà Isabella Bertolini per riportarla nel solco dell'ortodossia e ieri notte ha continuato il lavoro di recupero cominciato da Verdini sui vari Gava, Destro, Antonione, Pittelli, Sardelli, Milo e gli altri. In più c'è che quattro deputati dell'opposizione - due dell'Udc, uno del Pd e uno del Misto - ieri sarebbero stati convocati nella sede del Pdl. Siccome sono i pidiellini, alla Camera, ad aver fatto circolare questa notizia dei quattro possibili nuovi acquisti, potrebbe trattarsi - come si fa nelle guerre - di espedienti propagandistici per sfiduciare i nemici. Di sicuro c'è quanto denunciato da Roberto Rao, dell'Udc: «Il premier ha già iniziato a telefonare ai parlamentari del Pdl passati con l'Udc. Uno dei tre è già stato contattato ma, cordialità a parte, ognuno è rimasto delle sue idee».
Intanto, Enzo Scotti ha inviato a Berlusconi una lettera di dimissioni da sottosegretario (non è parlamentare). E potrebbe portarsi con sé fuori dalla maggioranza sudisti come Milo. Scotti era intervenuto alla famosa riunione dei frondisti all'Hotel Hassler, poi è stato attaccato dai media berlusconiani.' Giudica «intollerabili» quegli attacchi. Se le dimissioni vengono accettate, Scotti è fuori. Ma rischiano di finire fuori tutti se oggi la maggioranza va sotto nel voto d'aula.
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