
07/01/11
La stampa
Chi dice dieci (Moffa, ex finano), chi dice quindici o sedici (lo stesso Berlusconi), chi continua a smentire (il finiano Della Vedova): nell’approssimarsi della ripresa parlamentare, con le prime votazioni delicate su cui potrebbe giocarsi il presente e il futuro della legislatura, torna di scena la campagna acquisti. Che neppure nella pausa festiva le trattative si siano fermate, è difficile credere. Ma il premier, che ha puntato apertamente sulla costituzione di un nuovo gruppo «dei responsabili» alla Camera, per assicurare di nuovo al governo una terza gamba, vorrebbe che venisse fuori al più presto, anche per uscire da questo clima di negoziato permanente che accentua la già evidente debolezza dell’esecutivo.
Ciò che il Cavaliere non può ignorare, tuttavia, è che la strategia della campagna acquisti e dello spostamento, in cambio di promesse, si tratti della semplice ricandidatura o di posti di governo, di singoli parlamentari dall’opposizione alla maggioranza, va in direzione opposta a quella dell’appeacement con i centristi di Casini, che tra l’altro hanno già pagato il loro prezzo alla campagna con l’uscita dal partito dell’Udc siciliana e dei suoi cinque deputati passati con il governo. Un conto insomma è aprire una trattativa politica con i centristi per cercare di riportarli nel centrodestra, o in subordine per ottenerne l’astensione nelle votazioni a rischio, a cominciare da quella ormai vicina sulla mozione di sfiducia contro il ministro Bondi. E un altro conto è invece cercare sottobanco di assottigliarne le file in Parlamento, o di pescare allo stesso scopo nel gruppo di Futuro e libertà.
In questo secondo caso la reazione del Terzo polo, attualmente in fase di riorganizzazione dopo la sconfitta subita per soli 3 voti il 14 dicembre sulla sfiducia, non potrebbe che tornare ad essere di aperta ostilità. Berlusconi sa di avere una maggioranza traballante in ben otto commissioni della Camera e in cinque del Senato. È li che si giocherà la partita finale della legislatura nella seconda metà del mese. Berlusconi ha tutto il diritto di non accontentarsi dell’offerta di Casini di galleggiare negoziando di giorno in giorno il percorso parlamentare dei provvedimenti in agenda. Ma se punta a superare le difficoltà con le defezioni dei singoli deputati, si troverà a scommettere ogni volta sulla sopravvivenza o sulla caduta del suo governo.
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