
No a un altro "caso Papa". Silvio Berlusconi ha preso male le parole con cui Roberto Maroni ha gelato l'ex sottosegretario Nicola Cosentino: «La Lega dirà sì all'arresto in Giunta e in Aula». E ieri ha deciso: «Parlo con Umberto. Non si può mandare qualcuno in galera solo per un ritorno elettorale». Bossi in serata ha dunque varcato l'ingresso di Arcore. Il Cavaliere ha cercato di fare cambiare idea all'ex alleato, ma per vedere se il suo pressing è andato a buon fine bisogna aspettare giovedì. La partita si gioca tutta dentro la Lega, tra bossiani e maroniani. Raccontano che alla segreteria politica in via Bellerio, la linea prevalente sul caso Cosentino recitava "libertà di coscienza". Memore dell'arresto di Alfonso Papa (spedito in cella dall'Aula per 101 giorni) tanti avrebbero voluto evitare la stessa scena per il coordinato re campano del Pdl, accusato di concorso esterno in associazione camorristica. Invece i big, Calderoli in primis, hanno fatto notare che «dobbiamo assumere una posizione netta». Il partito dell'ex ministro dell'Interno, è stato il ragionamento, non può assumersi la responsabilità di salvare un deputato che i giudici considerano vicino ai Casale - si. Maroni ha gelato le speranze confermando che sia in Giunta, sia giovedì inAula, il suo partito voterà l'arresto. Idem il Terzo Polo. Il verdetto odierno, quindi, è sfavorevole perl'uomo forte del Pdl in Campania: 11 sì per le manette (2 Fli, 4 Pd, 1 Idv, 2 Udc, 2 Lega), 9 contrari (7 Pdl, 1 del Misto, 1 di Pt), incognita per il Radicale Maurizio Turco: «Sto ancora leggendo le carte». Chi si è letto tutti i faldoni e parla di «presa di posizione irresponsabile da parte di Maroni» è proprio Papa, che oggi rientra tra i banchi del Pdl. «Cosentino deve arrivare a processo come ogni altro cittadino. Stop a questa gogna brutale e medievale. Qui non c'entra il colore politico, tutti dobbiamo fare una battaglia di civiltà».
© 2012 Libero Quotidiano. Tutti i diritti riservati