
La Croce rossa internazionale ha iniziato a distribuire cibi e medicinali nelle aree attorno alla città ribelle di Homs, mentre un responsabile dell'Unhcr (Alto commissariato Onu per i rifugiati) fa sapere che circa duemila siriani hanno abbandonato la città e le zone limitrofe, e stanno dirigendosi verso il confine con il Libano. Il timore è che il flusso degli sfollati aumenti. Intanto arrivano notizie di combattimenti dai centri di Qseir e di Rastan: 6 membri di una famiglia sono rimasti uccisi in un edificio colpito dai bombardamenti. Nuove manifestazioni sarebbero avvenute all'università di Aleppo, mentre un bambino di 11 anni è morto mentre maneggiava un ordigno esplosivo lasciato in un parco pubblico.
La situazione più drammatica resta quella di Homs: la Croce rossa è alle porte di BabaAmr con un convoglio di 7 camion carichi di aiuti umanitari. Il governo rinvia l'accesso «per motivi di sicurezza»: ci sarebbero ordigni inesplosi e trappole esplosive. Infine, ieri i corpi della giornalista Marie Colvin e del fotografo Remi Ochlik uccisi il 22 febbraio a Homs sono stati trasportati a Parigi.
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