
Se sei un miliardario scomodo che non riesce proprio ad avere un buon rapporto con il Potere hai una possibilità: diventare un giornalista d’assalto. Dopo aver minacciato più volte di lasciare la Russia in polemica con il regime di Putin, Aleksandr Lebedev ha deciso di farsi assumere da un giornale di sua proprietà come capo della redazione investigativa. E già promette rivelazioni e inchieste scottanti sugli abusi che da anni denunciava senza grandi fortune. Il giornale è già di per sé una spina nel fianco del governo. Si tratta di Novaja Gazeta, reso celebre dall’assassinio della sua giornalista Anna Politkovskaja, uccisa da un killer che l’aspettava sotto al portone di casa nel 2006. Proprio nel giorno del compleanno di Putin, da lei accusato di violazione dei diritti umani e di numerosi interessi economici personali. Un giornale povero, che esce solo tre giorni alla settimana, ma che deve proprio ai finanziamenti di Lebedev la sua salvezza. Fondato nel 1993 da Mikhail Gorbaciov, che ci investì quasi tutta la somma ricevuta insieme al Nobel per la Pace, Novaja Gazeta ha potuto continuare la sua avventura di unico giornale russo di opposizione solo grazie all’intervento dell’ oligarca ribelle che ne acquisì il 40 per cento lasciando a Gorbaciov il 10 per cento delle azioni.
Adesso il giornale restituisce il favore al suo salvatore dandogli la tribuna adatta per continuare personalmente la sua campagna contro il sistema. A 53 anni Lebedev non ha mai fatto il giornalista prima d’ora ma ha una notevole esperienza di editore essendo socio di maggioranza dei quotidiani inglesi The Independent e Evening Standard. Ex funzionario dei servizi segreti sovietici del Kgb, come quasi tutti gli attuali imprenditori di successo russi, Lebedev è entrato già da tempo in rotta di collisione con il suo ex collega Vladimir Putin. Ne ha contestato i metodi, gli affari personali e soprattutto la gestione dei privilegi nel cosiddetto "clan dei pietroburghesi" che circonda il presidente. Per questo, sostiene, la sua banca e le altre sue imprese in Russia sono state prese di mira con una sequenza senza precedenti di inchieste, perquisizioni, denunce. Tipo focoso e istintivo, diventò famoso quando in diretta tv concluse un dibattito sferrando un diretto al suo interlocutore, finito per qualche secondo ko. Adesso l’ultima scelta a effetto: «Non chiamatemi più oligarca o finanziere. Sono un giornalista. Leggetemi e capirete».
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