
Con la vittoria del sì al referendum per il nucleare lo scenario energetico immediato vede l'Italia che continua ad affidarsi alle fonti energetiche tradizionali già usate, e ad acquistare soprattutto in Francia energia prodotta dall'atomo. «Mi inchino di fronte alla volontà negativa dei cittadini rispetto al nucleare», ha spiegato l'oncologo Umberto Veronesi, presidente dell'Agenzia per la Sicurezza sul Nucleare che però resta convinto della necessità di andare avanti su questa strada. «I paesi avanzati del mondo, anche dopo l'incidente giapponese - ha aggiunto Veronesi - danno priorità assoluta al prossimo scenario del dopo-petrolio e stanno studiando metodi di produzione di energia nucleare più efficienti e più sicuri». «Per ora al referendum vince il metano - spiega Carlo Lombardi, esperto di nucleare ed ex docente del Politecnico di Milano l'ipotesi più probabile è che si continui a ricorrere alle centrali con questo combustibile, anche perché l'alternativa è il carbone che ha gli stessi problemi d'immagine dell'atomo. Al momento attuale le fonti rinnovabili non sembrano in grado di sostituire le centrali. Ci sarà in questo campo anche la concorrenza della Germania, che avendo rinunciato al nucleare potrebbe farci concorrenza su questo mercato».
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