
01/12/10
La Repubblica - ed. Milano
Il segretario Pd Roberto Cornelli scrive a Pisapia: «Caro Giuliano, ritengo non più procrastinabile un incontro tra tutte le forze che hanno promosso le primarie, ti chiedo di convocarlo al più presto».
Lo spettro che si aggira tra i Democratici, usciti tramortiti dalla consultazione del 14 novembre, è quello delle liste civiche che dovrebbero sostenere il vincitore delle primarie. Se fossero più di una, è chiaro che ci sarebbero ripercussioni sulla tenuta elettorale del Pd. Soprattutto di questo, chiede il segretario, si dovrà parlare nell’incontro già fissato dal candidato sindaco per questa settimana, con tutta probabilità venerdì, prima della direzione provinciale convocata in serata. «Le liste civiche -spiega Cornelli - sono un tema che dobbiamo affrontare tutti insieme; per noi non devono essere troppe, e soprattutto, è inaccettabile che vengano pensate contro uno dei partiti della coalizione». Il riferimento è a Valerio Onida, uno dei candidati sconfitti alle primarie. Lo dice apertamente Gabriele Messina, anche lui della segreteria: «Onida ha annunciato una lista civica per cambiare i partiti a Milano, e questo per noi è un problema di non poco conto». Ce n’è un altro, di problema, per il Pd: e si chiama Di Pietro. L’Italia dei valori non ha partecipato alle primarie e, accusa Cornelli, «da due mesi non perde un’occasione per massacrarci». È per questo che nella lettera a Pisapia si chiede che l’incontro già in calendario sia circoscritto alle sole forze che hanno promosso le primarie. Il messaggio è chiaro: «Nella coalizione non ci si può fare la guerra, chi vuole starci deve collaborare con tutti». E Messina: «Il Pd non può far parte di un’alleanza che veda la presenza di liste, più o meno civiche, e anche di partito, che hanno l’obiettivo dichiarato di attaccarci». Queste sono le premesse, abbastanza burrascose, del primo vertice che Pisapia presiederà da candidato sindaco. Il vincitore delle primarie sa che nel Pd le acque sono agitatissime e sta tentando di correre ai ripari. La sua idea è di raccogliere in una sola lista tutto quello che si muove al di fuori dei partiti per sostenere la sua corsa, a cominciare dai tre sconfitti: Stefano Boeri, Valerio Onida, Michele Sacerdoti. Boeri è d’accordo, l’uomo da convincere rimane l’ex presidente della Corte costituzionale. Sempre in casa Pd si apre un nuovo fronte: in vista delle sempre più probabili elezioni anticipate, un gruppo di amministratori locali lombardi chiede ai vertici del partito di scegliere con le primarie i candidati al Parlamento e di non ricandidare («senza alcuna deroga») chi ha già svolto due mandati.
E di una possibile lista civica ambientalista hanno parlato ieri sera i promotori del referendum antitraffico. C’erano tra gli altri il verde (un po’ battitore libero) Enrico Fedrighini, l’ex assessore comunale Edoardo Croci, il radicale Marco Cappato, il consigliere comunale della Lista Ferrante Carlo Montalbetti. Fedrighini è quello che spinge di più per presentare la lista civica, anche se nessuna decisione è stata ancora presa. In particolare è ancora presto per capire se questa ancora ipotetica lista esprimerà un proprio candidato sindaco (si parla di Croci), oppure se si collocherà in uno dei due grandi schieramenti (Pisapia o addirittura la Moratti). «Al momento non ci poniamo il problema - spiega Croci perché siamo fuori dagli schemi destra-sinistra e privilegiamo i contenuti delle nostre proposte ambientaliste, a cominciare dal referendum». E Fedrighini propone di convocare a metà dicembre gli Stati generali dell’ambiente. Per parlare di referendum, e magari anche di elezioni: «O quagliamo o restiamo una lobby referendaria».
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