
20/10/10
La stampa
Ha appreso la sconfitta dal telefono, poco dopo aver fatto gli auguri a Marco Pannella, l'amico della gioventù radicale. Il primo commento sulla sentenza in favore dell'avversario Roberto Cota per la guida della Regione è laconico: «Sono stupefatta: il Tar ha riconosciuto tante irregolarità nella presentazione di liste, attendo di leggere le motivazioni, ma se la decisione del Consiglio di Stato vuol dire che tutte e due le formazioni del Centro per Scanderebech e dei Consumatori sono valide, la partita è chiusa».
In 168 giorni Bresso aveva visto crescere la speranza di farcela. Da sola. Così come si era trovata dopo la sconfitta del 27-28 marzo. L'isolamento era il suo tallone d'Achille? Mercedes Bresso, il 3 maggio, ne aveva fatto il punto di forza, di più, l'aveva enfatizzato: «Vado avanti da sola. Lottare è mio dovere». E «sola», ieri, si è rifugiata nell'apprendere che «il Consiglio di Stato ha sospeso il riconteggio». Lo ha saputo al cellulare, al Circolo della Stampa, dove era accorsa per gli 80 annidi Pannella. L'ex presidente della giunta del Piemonte aveva appena dato spazio ai ricordi di quelle lotte condotte negli Anni Settanta con «la rosa nel pugno» in favore delle donne, contro l'aborto, per i referendum contro il codice Rocco.
Un'età verde sulle barricate per i diritti civili, raccontata con gioia, mentre attendeva il responso dell'ultima battaglia la legalità, e questa volta per mantenere il seggio più alto della Regione. Poi è arrivata la telefonata delle ore 19, quella attesa da cinque mesi e mezzo, il sorriso si è smorzato, Bresso si è ritirata in un angolo dello scalone dello storico Palazzo Ceriana Mayneri, assediata da una corvée di giornalisti a rispondere alla domanda della «fine corsa»: «Partita persa?». «Partita chiusa..», poi aggiunge: «se è così, sono stupefatta». A ridarle un soffio di ossigeno politico sono i radicali Bruno Mellano e Silvio Viale: «C'è ancora il caso Giovine». Bresso pensa alla causa penale, «ma ci vogliono anni». Con i cronisti si apre: «Resta una grande amarezza dopo una sentenza di primo grado che ha riconosciuto tante irregolarità nella presentazione di liste». Alterna stati d'animo a giudizi: «Un pronunciamento osserva - come quello di oggi non ce lo aspettavamo».
Insiste: «Se la decisione del Consiglio di Stato vuol dire che tutte e due le liste sono valide, sono stupita». «Se la decisione vuole dire che il riconteggio non ha senso - riprende Bresso - è una ipotesi come le altre che può essere legittima. In ogni caso aspettiamo di leggere la sentenza anche se ragionevolmente se si sospende l'operazione significa che si annulla la sentenza del Tar».
E ora che cosa farà? «Le sentenze sì rispettano», risponde, e subito rilancia: «E sicuramente un elemento molto preoccupante, ma vorrei sapere esattamente che cosa dice il Consiglio di Stato sulla nullità delle due liste». La pausa dura poco: «Cerchiamo di capire, attendiamo. Prima di commentare bisogna leggere attentamente la sentenza». La speranza è l'ultima a morire, anche dopo 168 giorni.
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