
Liquidità, o cara. Da un mese l'incubo dei banchieri d'Europa (e d'Italia) è non riuscire a finanziarsi sui mercati. I turbini estivi hanno "chiuso" l'interbancario su scadenze lunghe: solo le aste a rubinetto della Bce sopperiscono al fabbisogno degli istituti. I numeri diffusi ieri daVia Nazionale mostrano che la paura è sonante: Francoforte a fine agosto prestava 85 miliardi a banche italiane (specie in forma di Pronti contro termine a 3 mesi), contro 80,5 a luglio e 41,3 di giugno. Tra chi ha dichiarato l'uso di fondi Bce sono Intesa Sanpaolo (15 miliardi), Unicredit (sotto 15, stime di mercato), Mps (ben 10-11), Bpm (3), Banco popolare (2,5), Bper (1,5), Credem (meno di 1), Ubi e Mediobancazero. Il resto è sperso tra banche non quotate. Piccoli indizi di bisogno, ma per capire le ambasce bancarie d'autunno sono spie chiave.
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