
11/05/10
Roma
«Il cronoprogramma che abbiamo stilato sarà rispettato: tra 21 giorni sarà riaperta la linea ferrovia che collega Napoli alla Puglia». Lo ha detto Guido Bertolaso al termine di un sopralluogo nella zona della frana di Montaguto, che da quasi due mesi ha bloccato i collegamenti ferroviari e interrotto i collegamenti stradali sulla statale 90 "delle Puglie". Il capo della Protezione civile ha così corretto il generale di Corpo d’Armata, Giuseppe Valotto, («é stato interpretato male», ha detto il sottosegretario) che nei giorni scorsi aveva previsto tempi più lunghi rispetto a quelli inizialmente annunciati. «Nonostante la frana continui ad avanzare di quasi due metri e mezzo al giorno, - ha sottolineato Bertolaso lavorando giorno e notte abbiamo rimosso oltre 70 mila metri cubi di terreno rispetto ai 90 mila totali che sono tracimati anche sui binari».
Dopo essere atterrato in elicottero a Casalbore, ad una quindicina di chilometri dalla frana, Bertolaso, accompagnato dai suoi più stretti collaboratori, ha visionato i radar che monitorano il movimento franoso, collocati su una strada provinciale che da anni è il percorso alternativo per bypassare la frana. «Disponiamo di uno strumento perfetto (l’inferometro, ndr) - ha sottolineato Bertolaso che ci consente di dare ordine e priorità agli interventi rispetto ad un evento che non è omogeneo e che si manifesta con caratteristiche che variano da zona a zona». Lunedì prossimo, Bertolaso tornerà a Montaguto per incontrare i rappresentanti di un comitato cittadino che al governo chiede di essere ristorato per i danni, anche molto pesanti, che la frana ha provocato all’econonomia di questa zona, al confine con la provincia di Foggia, e teme che, dopo il ripristino dei collegamenti ferroviari, i collegamenti stradali e le messa in sicurezza della zona finiscano per essere dimenticati, come peraltro è accaduto nel corso degli ultimi cinque anni. «Non sarà più così - ha anticipato Bertolaso - subito dopo la riattivazione della ferrovia, continueremo con maggiore alacrità a lavorare per riaprire la statale e a confrontarci con i bisogni e le aspettative di normalità che le comunità locali legittimamanete reclamano».
Inoltre Bertolaso è tornato sulla vicenda del suo addio alla Protezione Civile: «Sono anni che sostengo la necessità di immaginare tempi definiti per chi riveste compiti di grande responsabilità a livelloistituzionale
- sottolinea - Mi sono sempre augurato che nessun funzionario dello Stato potesse rimanere sulla stessa sedia per più di cinque anni e che non fosse immaginabile superare quella soglia di sette che la Costituzione attribuisce per la massima carica dello Stato». E Bertolaso è alla guida del Dipartimento della Protezione Civile dalla fine del 2001, ecco perche «é dalla fine del 2008 che ho chiesto di affidare ad altri il privilegio di servire il paese come capo della Protezione civile.
E c’ero quasi riuscito nei primi mesi del 2009 quando, risolta l’emergenza rifiuti in Campania, intendevo avvalermi della norma che prevede la pensione anticipata per chi abbia lavorato per oltre 35 anni ed intende dedicarsi alle attività di volontariato». Il terremoto del 6 aprile «ha fermato le lancette di quell’orologio». Lancette «che oggi - conclude il capo della Protezione Civile - possono rimettersi in moto».
«Bertolaso aveva già offerto le sue dimissioni - ha commentato Emma Bonino a Radio Radicale - Dipende anche da come si evolve il dossier, non è detto nemmeno che a settembre ci arrivi...» . «Gli scandali che hanno travolto la Protezione Civile impongono cambiamenti radicali ai vertici,» ha strumentalizzato il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi.
Dopo essere atterrato in elicottero a Casalbore, ad una quindicina di chilometri dalla frana, Bertolaso, accompagnato dai suoi più stretti collaboratori, ha visionato i radar che monitorano il movimento franoso, collocati su una strada provinciale che da anni è il percorso alternativo per bypassare la frana. «Disponiamo di uno strumento perfetto (l’inferometro, ndr) - ha sottolineato Bertolaso che ci consente di dare ordine e priorità agli interventi rispetto ad un evento che non è omogeneo e che si manifesta con caratteristiche che variano da zona a zona». Lunedì prossimo, Bertolaso tornerà a Montaguto per incontrare i rappresentanti di un comitato cittadino che al governo chiede di essere ristorato per i danni, anche molto pesanti, che la frana ha provocato all’econonomia di questa zona, al confine con la provincia di Foggia, e teme che, dopo il ripristino dei collegamenti ferroviari, i collegamenti stradali e le messa in sicurezza della zona finiscano per essere dimenticati, come peraltro è accaduto nel corso degli ultimi cinque anni. «Non sarà più così - ha anticipato Bertolaso - subito dopo la riattivazione della ferrovia, continueremo con maggiore alacrità a lavorare per riaprire la statale e a confrontarci con i bisogni e le aspettative di normalità che le comunità locali legittimamanete reclamano».
Inoltre Bertolaso è tornato sulla vicenda del suo addio alla Protezione Civile: «Sono anni che sostengo la necessità di immaginare tempi definiti per chi riveste compiti di grande responsabilità a livelloistituzionale
- sottolinea - Mi sono sempre augurato che nessun funzionario dello Stato potesse rimanere sulla stessa sedia per più di cinque anni e che non fosse immaginabile superare quella soglia di sette che la Costituzione attribuisce per la massima carica dello Stato». E Bertolaso è alla guida del Dipartimento della Protezione Civile dalla fine del 2001, ecco perche «é dalla fine del 2008 che ho chiesto di affidare ad altri il privilegio di servire il paese come capo della Protezione civile.
E c’ero quasi riuscito nei primi mesi del 2009 quando, risolta l’emergenza rifiuti in Campania, intendevo avvalermi della norma che prevede la pensione anticipata per chi abbia lavorato per oltre 35 anni ed intende dedicarsi alle attività di volontariato». Il terremoto del 6 aprile «ha fermato le lancette di quell’orologio». Lancette «che oggi - conclude il capo della Protezione Civile - possono rimettersi in moto».
«Bertolaso aveva già offerto le sue dimissioni - ha commentato Emma Bonino a Radio Radicale - Dipende anche da come si evolve il dossier, non è detto nemmeno che a settembre ci arrivi...» . «Gli scandali che hanno travolto la Protezione Civile impongono cambiamenti radicali ai vertici,» ha strumentalizzato il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi.
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