
26/11/10
Corriere della Sera - ed. Roma
C’erano Mario Monti, Emma Bonino, il rettore della Sapienza Luigi Frati, Franco Bassanini, Luigi Spaventa. Tutti ad ascoltare Bill Emmott, storico direttore del settimanale inglese Economist, e autore di «Forza, Italia. Come ripartire dopo Berlusconi», edito da Rizzoli. «Girando l’Italia - ha detto Emmott - ho potuto cogliere un profondo pessimismo, come se tutti fossero convinti che per questo paese non c’è più niente da fare. Ma sono proprio questi i momenti in cui è possibile cambiare». Gli ha fatto eco Emma Bonino, che voluto ricordare «la sfiducia votata al governo Andreotti da Leonardo Sciascia». «Fu proprio il grande scrittore - ha aggiunto la Bonino - a dire che l’Italia è un paese governabilissimo, ma a essere ingovernabili sono soltanto i suoi governanti». L’incontro con l’ex direttore dell’Economist all’Open Colonna ha finito così per prendere una «piega politica». L’appuntamento, organizzato dall’imprenditore Fabio Petroni titolare di Terravision, una «multinazionale tascabile anglo-romana» come l’ha definita Emmott nel libro, leader in Europa nel settore del trasporto terrestre dei passeggeri delle compagnie low cost, è diventato la prima occasione di elaborazione di un «manifesto politico», articolato in sei proposte di riforma per far ripartire l’Italia: legge elettorale, lavoro, giustizia, concorrenza, finanza pubblica e conoscenza. Si chiamerà «La Buona Italia».
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