
11/01/11
la Repubblica
Nelle prossime settimane - escludendo un’eventuale crisi di governo - dovrebbe riprendere la discussione sulle norme per il Testamento biologico. È noto che gli italiani sono divisi su alcuni aspetti della legge, come lo sono i partiti e il Parlamento. D’altra parte scegliere come finire la propria vita, in caso di malattia irreversibile e invalidante dal punto di vista psichico e fisico, non è semplice. Perché si tratta di una decisione razionale che riguarda i convincimenti e la coscienza di ciascuno, che coinvolge i sentimenti, le emozioni di ogni persona. Questo misto di razionalità e irrazionalità, rende perciò complesso l’atto della firma del Testamento biologico (qualora dovesse essere approvato). Eppure è proprio qui che si misurano la nostra capacità di autodeterminazione, il nostro libero arbitrio, i nostri diritti di cittadini. Una buona legge sarà pertanto quella che riconoscerà la libertà individuale di opporsi ad ogni accanimento terapeutico, che non prevarrà sulla volontà del singolo, che rispetterà la dignità di uomini e donne. Ma quanti - in Parlamento - si batteranno fino in fondo affinché venga approvata una simile legge?
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