
11/05/10
L'Opinione
Il principio doveva essere "libera Chiesa in libero Stato" ma forse, proprio così, non è. O meglio, non è più. Da qualche tempo a questa parte, sono sempre più frequenti, le "ingerenze" del potere della Chiesa sulle faccende politiche, come le dichiarazioni della Cei alla vigilia delle ultime elezioni regionali. Certo, ci si limitava a dire (in maniera molto poco velata) di votare per chi non attentava alla vita bensì per chi la tutelava. E se a lanciarsi la sfida nel Lazio, erano Emma Bonino dei radicali e Renata Polverini del Pdl, non è sembrato molto difficile capire a chi ci si riferisse. Sta di fatto che, anche ieri, la Cei è tornata a dedicarsi al potere temporale, dichiarando che i vescovi italiani intendono contribuire al "delicato e importante" tema delle "riforme istituzionali". Lo ha detto mons. Arrigo Miglio, presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle settimane sociali dei cattolici italiani e responsabile della Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro, a margine della presentazione del documento preparatorio "Cattolici nell’Italia di oggi". I vescovi italiani hanno inoltre rilevato, come nelle presenti condizioni di transizione istituzionale, va attribuita una decisa priorità al problema della riforma di governo inclusi i suoi contrappesi e una conforme legge elettorale. "La ricerca di un nuovo equilibrio tra lo spazio politico e quello delle altre funzioni sociali - si legge nel documento - non contraddice la richiesta di una maggiore capacità decisionale delle istituzioni politiche e della corrispondente responsabilità". "Potere e responsabilità" sottolinea tuttavia il documento, vanno riconnessi "in forme più immediate e trasparenti", a partire da una "legge elettorale conforme". "Diffusa - si sottolinea inoltre - è la coscienza dell’urgenza
di completare la transizione istituzionale", la quale, "non è finita e la sua incompiutezza nuoce gravemente al bene comune".
Transizione che va intrapresa "secondo criteri di sussidiarietà, di responsabilità imputabile e di efficacia".
Insomma, i riferimenti del documento dei vescovi, non lasciano certo possibilità ad interpretazioni disparate: il senso dei loro discorso va verso un chiaro obbiettivo e non lascia spazio a possibili fraintendimenti. Speriamo non si esageri!
di completare la transizione istituzionale", la quale, "non è finita e la sua incompiutezza nuoce gravemente al bene comune".
Transizione che va intrapresa "secondo criteri di sussidiarietà, di responsabilità imputabile e di efficacia".
Insomma, i riferimenti del documento dei vescovi, non lasciano certo possibilità ad interpretazioni disparate: il senso dei loro discorso va verso un chiaro obbiettivo e non lascia spazio a possibili fraintendimenti. Speriamo non si esageri!
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