
Caro direttore, c'è tempo solo fino al 15 ottobre per salvare le firme dei 40m ila romani che hanno sottoscritto gli otto referendum cittadini che abbiamo promosso con il Comitato «Roma Sì Muove». Se non riusciremo a superare le 50 mila firme necessarie, questo straordinario patrimonio di partecipazione ed entusiasmo popolare verrà dilapidato. Quelle firme -insieme ai 400 volontari che hanno speso tempo e denaro per organizzare banchetti nei mesi estivi - sono la migliore risposta agli scandali di Comune e Regione.
Su ambiente, mobilità sostenibile, nuovi diritti e costi dell'apparato amministrativo, si è manifestato un blocco sociale consapevole della necessità di scelte coraggiose e pronto ad assumersene la responsabilità attraverso il voto referendario.
Dovunque abbiamo messo i banchetti, dalla festa dell'Unità al pontile di Ostia, dalle piazze storiche a quelle di periferie, l'interesse di cittadini di tutte le età ed estrazione sociale è stato immediato.
Per la città di Roma, la vera assicurazione è che alle prossime elezioni i cittadini possano esprimersi anche sulle otto riforme referendarie. Senza questa spinta popolare, infatti, chiunque sia il prossimo sindaco non avrebbe da solo la forza per rivoluzionare la mobilità, fermare la cementificazione, risolvere l'emergenza rifiuti, risanare le municipalizzate, riconoscere famiglie di fatto e testamento biologico.
Ma non c'è dubbio che il voto referendario della Capitale, previsto nella primavera 2013, su molti temi avrebbe una valenza nazionale: significherebbe, ad esempio, indicare a tutta l'Italia la strada verso una edilizia che anziché consumare suolo ricostruisca il già esistente, verso una mobilità che favorisca davvero il trasporto pubblico invece di costringere all'uso del mezzo privato. E finalmente dimostreremmo che gli italiani non hanno alcuna paura di riconoscere diritti a famiglie di fatto e testamento biologico. Perché questo accada, però, serve una mobilitazione straordinaria che coinvolga tutte le forze politiche e sociali che sinora non sono state protagoniste. A loro ci rivolgiamo.
Sarebbe bello che nei prossimi giorni tanti circoli del Pd si trasformassero in punti di raccolta firme e che i leader del partito invitassero consiglieri e dirigenti a mettersi al servizio di questa voglia di democrazia diretta espressa da così tanti romani. Insieme possiamo farcela, ma è questione di ore.
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