
25/11/10
Avvenire
Caro direttore, giovedì 18 novembre Luca Telese in apertura di Prima Pagina a Radio Tre annunciava: «Ho finito alle due di rispondere a tutti gli ascoltatori». Bene vorrei segnalare che non l’aveva certamente fatto anche a me che martedì mattina - ancora scandalizzata per la trasmissione della sera prima di Fazio e Saviano gli avevo scritto. Nulla di grave, si dirà, e del resto non avevo tentato di chiamare perché pur avendolo fatto e in alcuni casi prendendo la linea non sono mai riuscita ad andare in onda nemmeno prenotandomi per tempo. Ma perché mi rivolgo a lei? Perché la lettera a proposito di libero accesso e libertà di espressione, conteneva due quesiti fastidiosi. Anzitutto il caso della sproporzionata visibilità data a Englaro che martedì mattina non era ancora balzata agli onori della cronaca, occultata come era dal caso Saviano-Maroni. Scrivevo: «Gentile Telese in chiusura di trasmissione - oggi - lei ha parlato della trasmissione di Fazio pari a una messa civile e laica per Welby. Io le chiedo se la logica del contraddittorio non valga anche per casi - delicatissimi - come questo e non solo per questioni politiche. Chiedo: alla trasmissione di Fazio dove era la voce dei tanti genitori che continuano ad accudire i loro cari attaccati a una macchina? O in stato vegetativo? Se la battaglia di Englaro è quella di un paladino della battaglia "libertà di decidere come morire" (e per questo viene periodicamente celebrato da Fazio), chi sono e che aggettivo meritano secondo lei quelle persone che in Italia - nonostante tutto e spesso in assenza di strutture - non invocano una spina da staccare e malgrado tutto continuano a curare i loro familiari? Persone che sono state completamente dimenticate nell’apoteosi pro eutanasia di tutto lo studio. E a proposito di accesso e di espressione libera del pensiero, una seconda cosa: più volte ho preso la linea per intervenire a Prima Pagina e a volte, persino prima che iniziassero le telefonate in diretta: mi è stato chiesto in tutti tre i casi di specificare il mio pensiero e l’ho esposto. Poi però non sono stata richiamata. Attendo una sua risposta, grazie e buona giornata». Col senno di poi, so che anche certune mail non hanno diritto di risposta, ma forse potranno averla tramite lei e le autorevoli pagine di Avvenire. E notorio che Prima Pagina ospita davvero i pensieri del Paese reale e credo non occorra ricordare che una "diretta" espone sempre al rischio dell’imprevisto, è dunque atto di coraggio di chiunque se ne serva ai fini di un contatto diretto con l’ascoltatore. E se questo è, va usata fino in fondo, non alterata o scremata.
Corona Perer, Rovereto (Tn)
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