
Ha ragione Salvini a definire "stimolante" il compito di fare opposizione alla giunta pisapiana. E non avranno certo di che annoiarsi gli esponenti dell'opposizione con tutti i disastri che di sicuro farà questa nuova giunta, autodefinitasi innovatrice, tentando di attuare le idee programmatiche. Che si potrebbero definire quantomeno bislacche, per non dire balorde.
Balorde come i vari gruppetti di outsider italiani (estremisti di sinistra e dei centri sociali, no global, marxisti, anarchici, etc) e stranieri (rom, islamici e clandestini vari), che hanno appoggiato il "gentile" compagno Pisapia, consentendo a lui di salire al potere (pardon, al trono) e all'élite pisapiana di salvaguardare i propri interessi economici da una posizione di maggior forza, oltre che incrementare il proprio prestigio sociale.
Tutte le forze messe in campo per vincere le elezioni, seppur così disparate, erano tuttavia unite da uno scopo comune: accomodarsi al banchetto imbandito alla "corte dei miracoli" di Piasapia.
Peccato che, come si dice, hanno fatto i conti senza l'oste Pisapia. E alcuni di loro, come Rifondazione Comunista, Idv e Radicali, hanno già sperimentato "sulla loro pelle" l'ingratitudine del nuovo re del Vento.
Forse in futuro saranno più accorti, e magari riusciranno a scorgere sotto il guanto di velluto (leggi, forza gentile) il pugno di ferro che vi è nascosto.
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