
Caro Furio, mi sembra pazzesco. Nessuno parla del Congo e dell'incubo che sta vivendo con una guerra spaventosa. Le guerre, ormai, sono sempre immense stragi di persone che non c'entrano niente e che non combattono. Possibile che nessuno abbia niente da dire?
Enrico
Nel suo orrore ciò che accade in Congo è tipico tre volte. La prima perché una guerra in Africa non fa notizia, almeno fino al milione di morti (ricordate il Rwanda?): la seconda è che un'insurrezione di militari - che dispongono di armi costosissime - porta immediatamente al divampare di sequestri, di stragi, di spaventose morti di intere popolazioni civili, con i bambini nel numero più alto delle vittime. La terza è che le organizzazioni internazionali, a cominciare dalle Nazioni Unite, prendono tempo, mandano ispettori, diffondono comunicati. Deplorano. Ma finora la sequenza di stragi che è ormai il Congo non ha provocato neppure una riunione (una) del Consiglio di Sicurezza o un accenno del Papa all'Angelus. non parliamo dei governi europei, ciascuno dei quali ha interessi anche rilevanti in Congo e sta aspettando di sapere, aldilà del cumulo di morti, quale parte sarà più sicura per continuare in modo conveniente i propri affari. Dobbiamo ammettere che riceviamo notizie, commenti, appelli sul resto del mondo da Radio Radicale e da quel partito. Ma la tendenza dei media, se anche i Radicali diramassero un'attendibile informazione sulla fine del mondo, sarebbe di ignorarla. Per esempio, il Mali. Ricordate il Ma- li? Stava subendo un'invasione e distruzione denunciata dai Radicali (il loro segretario internazionale è un giovane avvocato e deputato del Mali). Ci sono buone foto sulle famiglie che fuggono e foto impressionanti sulle famiglie raggiunte ed eliminate dai soldati di una o dell'altra parte, in rete. Le meno impressionanti, ma con articoli colmi di episodi spaventosi, li trovate sul New York Times e in genere, sulla stampa inglese e americana. Il resto della stampa europea ha optato per una concentrazione quasi esclusiva su debiti e pagamenti in Europa. È vero che si tratta di situazioni ansiogene e preoccupanti. È anche vero che, inpiena globalizzazione, sopravvive quasi intatto il mondo-villaggio, in cui lo sterminio di persone indifese è un'opzione aggressiva con meno difficoltà e meno ostacoli che in passato. La rete descrive ma non soccorre. I pochi politici che lo chiedono non hanno potere. Sapere e vedere prende il posto dell'intervento. Stupisce che i governi africani tollerino, ma che cosa sappiamo noi dei governi africani, a cui ci leghiamo solo se ci sono buone prospettive d'affari, persino se sono dichiaratamente criminali come Gheddafi? Quando cominceranno a comparire • nel Mediterraneo i barconi con gli scampati di quelle stragi, direte che bisogna subito provvedere ad aiutare quei Paesi a casa loro in modo che non vengano in casa nostra. Bene, vogliamo farlo, adesso, subito? Qualcuno, fra i deputati Pd-Pr, ha persino nomi e telefoni.
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