
Il ministro Francesco Profumo dice una cosa che più giusta non si può: “l’insegnamento della religione così come è concepito oggi non ha più molto senso”. Profumo intende che nelle scuole italiane (come del resto in tutta Europa, dove al contrario la religione nella scuola pubblica non si “insegna”) ci sono ormai bambini e ragazzi di tutti i credo, persino il non-credo, dunque propinare soltanto la religione cattolica è quanto meno anacronistico. Ovvio che si sia subito scatenata l’iradiddio della Cei: sarebbe un duro colpo per il Vaticano se all’improvviso si disoccupassero i 25.000 insegnanti di religione (cattolica) che vengono scelti direttamente dalla Chiesa – fino al 2004 senza nemmeno un concorso pubblico – ma pagati dallo Stato italiano. Da quest’altra parte del Tevere, invece, ci permettiamo di rilanciare sull’idea di Profumo: ma se la religione restasse quello che è, cioè un fatto privato? Se abolissimo completamente l’ora di religione o delle religioni in cambio di lezioni di educazione civica o addirittura – sento già un fremito di tonache – di educazione sessuale?
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