
Cara Europa, ho letto un agghiacciante articolo di Annalisa Cuzzocrea (la Repubblica, 4 dicembre) che descrive le primarie di Grillo fatte al computer, che lui chiama in modo strano. Ho avuto l’impressione di quella che sarebbe la “politica elettronica”, non diversa da quella che i miei nonni leggevano negli anni ’40 ne La fattoria degli animali, dove tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali, i maiali (Grillo e Casaleggio?). Inoltre ho letto che nazifascisti di nuovo conio hanno inviato su Facebook minacce di morte a Federica Salsi, la consigliera 5 Stelle che osò andare a Ballarò inebriata - secondo Grillo - dal suo «punto G» televisivo. Spero che magistrati e carabinieri si sveglino a dare la caccia a questi delinquenti elettronici. O dobbiamo prima aspettare un piccolo delitto Matteotti al femminile?
Maura Farneti, Bologna
Cara Maura, fanatici che scrivono «Prego per la tua morte politica e no», «Informiamoci se ha figli, bisogna toglierglieli», dimostrano il grado di maturità da lager raggiunta da certi potenziali kapò grillini, grazie all’odio iniettato in loro dai “maiali” più uguali degli altri. Ma, sfogata la nostra indignazione, dobbiamo tornare alle votazioni elettroniche che Grillo chiama «parlamentarie». Vede come la realtà si prende la rivincita sulle truffe intellettuali dei cosiddetti geni? Per non usare il termine “primarie”, le ha chiamate «parlamentarie», dimostrando – contro le sue stesse idee – che non c’è democrazia senza parlamento rappresentativo: cosa incredibile pei Grillo e Berlusconi (i cui elettorati, e purtroppo anche altri, appaiono sempre più interscambiabili).
Ricorda quando il Cavaliere disse che un deputato-portavoce per gruppo, in aula, era più che sufficiente? Gira e rigira, il fascismo in camicia nera o in borghese ripete sempre le stesse cose. Ora il comico che ha definito le primarie del Pd «la festa dei morti» ci offre la sagra dei fantasmi dei morti, le «ombre vane fuor che nell’aspetto» (Dante), una democrazia segreta, salvo che per i due personaggi che gestiscono la cassaforte elettronica e quella coi soldi. Elettori invisibili voteranno per candidati in fotografia. E pensare che in Usa i candidati presidenti non portano mai nei comizi occhiali da sole perché l’elettore possa vederli negli occhi. È la differenza tra la democrazia delle persone fisiche e la “democrazia” del web.
Certo, ci sono state stranezze peggiori che le «parlamentarie» dei fantasmi di Grillo: per esempio, quelle delle “elezioni” nei regimi fascisti e comunisti, col loro 99,99 per cento di sì, una precisione impareggiabile. Non che le nostre elezioni fossero sempre perfette: ricordo le schede sporcate dallo scrutatore di altro partito per farle annullare, le matite non copiative che sostituivano quelle del Viminale per modificare l’espressione del voto...
Piccole storie da democrazia rurale, come quella del “primo martedì di novembre” fissato nel 1845 per l’elezione presidenziale Usa, essendo la stragrande maggioranza degli elettori fatta da contadini che avevano la domenica impegnata col Signore e il mercoledì col mercato: sicché per votare gli restava il martedì. Nel 1845. Da allora sono passato 170 anni e gli elettori non sono più contadini. E tuttavia si vota ancora il martedì. Ma queste son cose che fanno sorridere. Quelle di Grillo fanno pensare, chissà perché, al Kazakistan o al Burundi.
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