
17/11/10
Il Fatto Quotidiano
Uno spettro si aggira per l’Italia, lo spettro del maschilismo. L’uomo italiano, si sa, con le donne un rapporto "normale" non è in grado di averlo. Perennemente in bilico tra un mammismo esasperato da un lato e un patetico pseudo-machismo dall’altro, la figura che tutto sommato meglio lo rappresenta è quella del nostro presidente del Consiglio, devotissimo alla sua mamma ma con- temporaneamente donnaiolo, gaudente e, a più di 70 anni, oggetto di invidia per la maggioranza dei "maschi" italiani. I quali, in mancanza di meglio, si sollazzano e gratificano guardando alla tele innumerevoli veline semi-nude che sgambettano e saltellano per il loro diletto e godimento serale. Però, come sposa, l’uomo italiano si sceglie una donna tutto sommato molto simile alla sua mamma: "seria", "casalinga", "posata". Insomma, mica poi tanto diversa dalle islamiche velate che vediamo sempre più spesso in giro per le nostre città. La velina e la velata sono, anche se apparentemente contrapposte, in realtà due facce della stessa medaglia, ed entrambe parte del "mito" maschilista dell’uomo italiano: dopo anni di femminismo, infatti, in cui le donne hanno invano tentato di far capire agli uomini che loro possiedono, oltre a un corpo, anche un cervello, e che è sulla base di questo che dovrebbero essere valutate, l’uomo italiano non ne vuole sapere: lui, infatti, delle donne, vede solo il corpo, che sia quello lascivo e accattivante delle veline o quello materno e riproduttivo delle velate la donna intelligente, a lui,fa paura, e non gli interessa. Dopo anni di femminismo, in Italia siamo ridotti a questo: per le donne "normali", né veline né velate, per le Margherita Hack, per le Emma Bonino, per le donne di cervello, insomma, non c’è posto: meglio allora trovarsi uno straniero, magari meno "macho", ma certamente meno primitivo, del solito noiosissimo latin lover nostrano.
Enrica Rota
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