
Nel primo giorno d'inverno, un inverno che per gli italiani "brava gente" si profila assai freddo, il Presidente del Consiglio Mario Monti pranza con il suo predecessore Silvio Berlusconi. Ed è la seconda volta in poco più di un mese. Sapremo tutto di cosa hanno mangiato, sapremo molto di cos'hanno parlato e si può persino sperare che Monti chieda a Berlusconi come ha fatto a resistere per diciassette anni, tra leggi e processi ad personam e leggi e leggine contra populum, senza mai provocare una vera insurrezione nel Paese. Probabilmente l'ex premier risponderà con una barzelletta e il resto sarà tutto un numerico spread, Imu, bond e Nasdaq... e voti in Parlamento. Non si discuterà di immigrati, condizione femminile, carcerati, pensionati, stati vegetativi, omosessuali, privilegi vaticani, perché nessuno dei due può perdere tempo a occuparsi di queste cose. Ma sicuramente, l'indomani, Monti non troverà quegli italiani "brava gente" a insultarlo, sputargli, lanciargli uova come accadde dopo che Marco Pannella incontrò Berlusconi a cena. Forse perché il menù era diverso, allora, o perché gli argomenti di conversazione dei Radicali sono sempre molto più scabrosi, laici, libertari, umani e umanizzanti?
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