
Molti si chiedono perché il nuovo governo non riduce le spese militari. Fermare la produzione di armi è il primo passo per costruire un nuovo ordine sociale.
Non si può cambiare la società, se prima di tutto non si costruisce la pace.
La via della non-violenza è l'unica possibile e percorribile per una più equa distribuzione della ricchezza. Se è vero che l'opinione pubblica può aiutare i governanti, non è il momento questo, per l'Italia e per tutta l'Europa, di ridurre la produzione di armi, risparmiando delle cifre enormi che possono essere impiegate per fermare la crisi economica che, come sempre, sta colpendo sempre di più i poveri?
Ma soprattutto le Chiese e le Religioni, non potrebbero alzare di più la voce, unire gli sforzi in questa direzione, nel nome dell'universale evangelico messaggio di pace?
È impensabile auspicare una nuova Enciclica, attualizzata come quella di Giovanni XXIII «Pacem in terris» che davvero segnò una nuova via per l'umanità?
Don Mario Foradini Parroco di San Secondo, Torino
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