
Gentile Rossini,
recentemente, per il mio modesto ruolo di “opinionista epistolare”, sono stato attaccato per ben due volte, in poco più di due settimane, dal quotidiano Avvenire. Il giornale della Conferenza episcopale italiana ha scritto, senza che io abbia potuto esercitare alcun diritto di replica, che sarei “un grafomane… che sempre ce l’ha con la Chiesa, i preti, i cattolici”. Nonostante il mio mestiere sia, invece, quello di scrittore e giornalista iscritto all’albo. E nonostante io non abbia mai scritto nulla contro i cattolici in quanto tali. Hanno scritto persino che provano “pietà” per me (sic!). Intanto, proprio in questi giorni, il bravo Corrado Guzzanti, cui va tutta la mia stima e solidarietà, rischia la chiusura del suo programma (avrebbe “offeso i sentimenti di quanti liberamente professano una confessione religiosa”) solo per essersi permesso di ironizzare sulla ingerenza della Chiesa sui diritti civili del nostro Paese. Ergo, in questo medioevo italiano, sembra valere un solo precetto: tacitare chi liberamente esprime il proprio pensiero “fuori” da una confessione religiosa; insultarlo, biasimarlo e censurarlo; esprimergli pietà. Si vede che non hanno trovato da accendere.
Paolo Izzo, Roma
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