
26/11/10
Avvenire
Caro direttore,
vi porto a conoscenza di alcuni fatti che dimostrano come in questo periodo sia in atto una propaganda a senso unico a favore di un certo tipo di soluzione del problema del "fine vita". È come se qualcuno volesse "vendemmiare" sui recenti fatti tragici che sono stati costruiti di proposito da una qualche regia ben organizzata. Il 3 novembre il signor Beppino Englaro ha partecipato alla Sala Nerpiti del Palazzo Sangallo a Tolentino (Mc) a un incontro-dibattito patrocinato dal Comune di Tolentino (assessorato alle Politiche sociali), organizzato dall’Aisa (Associazione italiana sindromi atassiche) dal titolo "La vita senza limiti, la morte di Eluana in uno stato di diritto". Il giorno 4 novembre l’Ersu (Ente regionale per il diritto allo studio universitario) di Macerata, con il patrocinio dell’Università, ha organizzato la presentazione del suo libro, con lo stesso titolo, agli studenti universitari e dell’Accademia di Belle Arti presso il dipartimento di Filosofia e Scienze umane dell’Università. Vi posso testimoniare che ha insistito sulla volontà della figlia (presunta, secondo gli stessi giudici) e ha fatto apparire il Parlamento, che si avvia all’approvazione di una legge sul "fine vita", come un branco d’incapaci e scollegati con la volontà popolare. Ma il signor Englaro non aveva più volte dichiarato di non volerne più parlare in sedi pubbliche? Si sfrutta un’ignoranza di base, che purtroppo coinvolge anche molti colleghi medici, sui diversi livelli di patologie riguardo il coma, la morte cerebrale, lo stato vegetativo persistente, lo stato di minima coscienza, la sindrome "locked in" e i malati terminali di cancro. Prima di fare del terrorismo mediatico, sarebbe più onesto informare la gente di cosa si sta parlando. Welby non era un malato terminale e ha scelto di proposito di dare pubblicità al suo gesto suicidario. Eluana Englaro, la cui volontà è stata solo interpretata dal "padre-tutore", non era collegata ad alcuna macchina e per farla morire hanno dovuto sospendere il sostegno idrico-alimentare.
Giovanni Borroni
Macerata
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