
22/09/10
Europa
Cara Europa, vorrei farvi notare che nell'articolo di ieri "XX Settembre vendesi", di cui condivido lo spirito d'indipendenza, c'è un neo che andrebbe chiarito: si lamenta che, al «disinteresse» dei laici per le loro radici, e quindi a ricorrenze come questa di Porta Pia, si contrappone l'interesse dei poteri egemonici a rivalutarli, e anzi a farne cosa loro: oggi lo fanno «fascisti e clericali», come «nel Novecento Mussolini e Craxi, Gasparri e Casaroli». Mi sembra che l'elencazione sia un po' grossier, perché Mussolini, alla ricerca di una benedizione per il suo potere incostituzionale, cercò e pagò quella benedizione della Chiesa che essa non aveva mai dato allo stato liberale, che le aveva tolto un'infinità di privilegi ed era stato condannato dal Sillabo fra gli «errori del tempo moderno».
Invece lo spirito di Craxi, in intesa con quella persona seria e discreta che era Casaroli, fu di correggere almeno alcune storture del concordato fascista del 1929: fra l'altro, il riconoscimento della religione cattolica come «unica religione dello stato», in plateale conflitto con la successiva Costituzione repubblicana del 1948, nella quale era stato inopinatamente inserito.
Invece lo spirito di Craxi, in intesa con quella persona seria e discreta che era Casaroli, fu di correggere almeno alcune storture del concordato fascista del 1929: fra l'altro, il riconoscimento della religione cattolica come «unica religione dello stato», in plateale conflitto con la successiva Costituzione repubblicana del 1948, nella quale era stato inopinatamente inserito.
VEZIO SIMBALDI, ROMA
Caro professore, la ringrazio per l'obiezione, che mi era stata fatta in mattinata anche da Massimo Bordin nella rassegna stampa di Radio Radicale. L'obiezione è fondatissima, perché la mia espressione sul disinteresse laico per il XX settembre (cui corrisponde l'interesse di clericali e fascisti come nel Novecento di Mussolini e Craxi, Gasparri e Casaroli), invece di risultare un elenco - quale voleva essere - di protagonisti della politica concordataria, è risultata un'ammucchiata senza distinzioni. Della fretta e della stringatezza che talvolta ci spingono a sintesi eccessive, mi scuso: ben conoscendo anch'io la differenza non solo tra Mussolini e Craxi, ma anche tra Gasparri e Casaroli, e le modifiche che nel 1984 rimossero alcune parti più incostituzionali del concordato del 1929. Reso atto di ciò, resta in me l'inossidabile dubbio che il concordato del 1984 conservò ambiguità e doppiezze che ogni giorno si manifestano nell'applicazione pratica delle norme (i testi diplomatici a volte battono in "elasticità" perfino quelli costituzionali); e che spinsero qualche anno fa un liberale molto moderato e molto diplomatico, Sergio Romano, a scrivere addirittura un libro intitolato (parafrasando la formula cavouriana) Libera Chiesa. Libero Stato? Ecco l'obiezione di fondo mossa, da chi ha titoli, alla condizione reale del nostro paese dopo anni di attuazione del nuovo concordato. Del quale prenderemo, tra i tantissimi possibili, due punti che ogni anno tornano a intasare le cronache politiche: l'otto per mille e l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche. Sono due borse: più i governi le dilatano, più voti (o preghiere, come li chiamano Oltretevere) ricevono. È stato scritto centomila volte che l'otto per mille alla Chiesa (alle chiese, in teoria: ma quanto spazio in tv hanno le altre e quanti soldi per pagarsi la pubblicità?) è calcolato sull'intero gettito dell'Irpef, e quindi anche chi non destina il suo contributo finisce con l'alimentare l'enorme gettito, che supera il miliardo di euro all'anno: di cui il novanta per cento va alla Chiesa, il sette per cento allo stato, e il resto a tutti gli altri. Quanto all'insegnamento della religione cattolica, lei sa benissimo che gli insegnanti non solo vengono scelti dai vescovi e pagati dall'erario italiano (e non con l'otto per mille), ma sa pure che, per esempio,il governo Berlusconi-Gelmini, sempre per quella storia di allargare la borsa e fame uscire soldi ed entrare voti, inserisce la religione fra le materie curricolari, che fanno media in pagella: cioè gli conferisce una dignità extra legem, per altro ovvia in uno stato che non ha più leggi, e dove a suggerire le norme di fatto sono i potentati che hanno idee e potere per imporle. Mi fermo, perché lo spazio è finito. Concludendo: le differenze tra il primo e il secondo Concordato sono enormi, in pratica continuiamo a vivere in uno stato concordatario. "Libero stato?"
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