
Cara Europa, l'attesa per il convegno di Amelia "Sette proposte per innovare" dei Liberal Pd di Enzo Bianco e Valerio Zanone, a cui Federico Orlando ha dedicato il Lib di giovedì scorso, ha pienamente soddisfatto le mie aspettative: quelle di un moderato che montanellianamente si batte per «un'Italia libera senza disordine, prospera senza spreco, democratica senza follie populiste; e che rispetti il suo passato e le sue tradizioni cercando di trasferirne il meglio nel presente». E sabato, mentre lo seguiva su Radio radicale, un amico mi ha scritto definendo «molto utile» l'incontro e dicendosi «molto convinto dell'intervento del professor Pietro Ichino sulle nuove relazioni sindacali», per concludere, lui che fa parte di un'altra componente del partito, che «quest'area del Pd ha idee straordinarie che dovrebbero essere patrimonio di tutto il partito». Insomma, parafrasando Luigi Einaudi che ad Amelia è stato fatto rivivere da Zanone, attraverso il governo della discussione la parte saggia (la sanior pars di einaudiana memoria) del Pd deve combinarsi con la sua parte maggioritaria (la maior pars) per poter avere una linea vincente. Altrimenti, come ha detto Enzo Bianco a Massimo Teodori che - avendo notato molta cautela e incertezza nel segretario Bersani sul progetto liberal, proponeva di «rimettere insieme in piedi una sinistra democratica, non per fare un partitino ma per dare forza all'alternativa democratica» - «quando dovremmo essere convinti che questa battaglia non potesse aver successo, evidentemente ragioneremmo seriamente».
Ignazio Monaco, Taranto
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