
Ha scritto due biglietti: uno per i figli e l’altro per la magistratura. E poi si è impiccato. Ha deciso di togliersi la vita appendendosi a un albero del giardino del carcere minorile di Lecce, un Poliziotto penitenziario di 54 anni.
A fare la tragica scoperta è stato un collega dell’uomo. Sul posto sono subito arrivati altri agenti di Polizia Penitenziaria e funzionari della squadra mobile, oltre al medico legale Alberto Tortorella che ha confermato il suicidio.
L’agente, originario di Novoli in provincia di Lecce era separato e nel biglietto indirizzato ai due figli ha chiesto scusa per il gesto. Nel biglietto destinato alla magistratura, invece, la vittima farebbe riferimento a presunti contrasti con persone al di fuori dell’ambito famigliare. Pare inoltre che l’agente di Polizia Penitenziaria sarebbe dovuto andare in pensione tra pochi mesi. “La notizia di un nuovo suicidio tra gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria ci sconvolge. L’ennesima tragedia tra i Baschi Azzurri dovrebbe fare seriamente riflettere tutti coloro che colpevolmente hanno trascurato e trascurano il disagio lavorativo dei poliziotti penitenziari.
Non è più possibile assistere inermi a queste morti assurde. È stato accertato che i suicidi di appartenenti alla Polizia Penitenziaria, benché verosimilmente indotti dalle ragioni più varie e comunque strettamente personali, siano in taluni casi le manifestazioni più drammatiche e dolorose di un disagio derivante da un lavoro difficile e carico di tensioni. Ma l’Amministrazione penitenziaria così come quella della Giustizia minorile non sono stati in grado di predisporre alcun intervento concreto risolutivo, anche per le diffuse colpe di Capi Dipartimento, Direttori Generale, Provveditori Regionali, Direttori di Centri per la Giustizia minorile, di Cpa ed Ipm.
Quanti si sono premurati di verificare davvero le condizioni di disagio dei poliziotti? Quanti hanno messo in campo efficaci strategie per contrastare il disagio lavorativo, anche attraverso collaborazioni con centri di ascolto? Sono probabilmente meno delle dita di una mano. E questa è una vergogna, una colpevole vergogna”.
Non nasconde la sua ira Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, la prima e più rappresentativa organizzazione dei Baschi Azzurri, alla notizia di un nuovo suicidio tra i poliziotti penitenziari.
In pochissimi mesi abbiamo avuto colleghi suicidi a Trapani, Formia, San Vito al Tagliamento, Battipaglia, Torino, Mamone Lodè, Caltagirone, Viterbo. uno persino sulla nave che da Genova lo portava al paese d’origine, in Sardegna E dal 2000 ad oggi sono stati circa 100 i poliziotti penitenziari che si sono uccisi, 1 direttore di istituto (Armida Miserere, nel 2003 a Sulmona) e 1 dirigente regionale (Paolino Quattrone, nel 2010 a Cosenza). Come ci può continuare a sottovalutare queste tragedie?”.
Osapp: ministro Cancellieri agisca
Il segretario generale dell’Osapp, Leo Beneduci, commenta il suicidio dell’agente di custodia nel carcere minorile di Lecce affermando che “è l’ennesimo suicidio di un poliziotto penitenziario vittima non del carcere ma dei problemi del carcere. La guardasigilii Cancellieri si affretti - chiede Beneduce - ad inserire i problemi del lavoro negli istituti penitenziari per adulti e minori tra le emergenze a cui il governo deve porre immediato riparo”.
Uil-Pa: non strumentalizzare
Eugenio Sarno, segretario generale del sindacato Uil-pa Penitenziari, esprime il cordoglio per il suicidio nel carcere minorile di Lecce di un agente che, sottolinea Sarno, era iscritto alla Uil da circa 20 anni. “Benché ogni suicidio celi sempre motivazioni non sempre indagabili, abbiamo ragione di credere - afferma Sarno - che in questo caso la professione e l’ambiente lavorativo siano da escludere tra le cause scatenanti dell’estremo gesto”. “In questi momenti di così grande dolore auspico - conclude il segretario generale della Uil-pa - che questa tragedia non sia artatamente strumentalizzata, ancor più da parte di chi nel passato ha assunto posizioni rigide verso l’IPM di Lecce e atteggiamenti critici verso l’intero contingente di polizia penitenziaria colà in servizio”. [3]
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