
30/10/09
L'Unità
«Non ho mai escluso nulla nella mia vita», risponde la radicale Emma Bonino, con quel pizzico di ambiguità che lascia il suo nome in pista. «Con me però nessuno ha discusso nulla», derubrica l`argomento ad idea altrui la senatrice eletta nel 2008 nelle fila del Pd. Ma non è un no secco. E tanto basta per riaccendere gli entusiasmi tra i laici del Pd che già sognano la sfida tutta al femminile. Bonino contro Polverini. «Emma Bonino Presidente della Regione Lazio. Yes we can», parte il tam tam nella rete. Con tanto di gruppo su facebook, che appena lanciato raccoglie subito duecento contatti. Era cominciata così anche la candidatura di Ignazio Marino alla segreteria del Pd. E infatti sono proprio i sostenitori del «terzo uomo» a fare il tifo per Emma. Donna, laica, autorevole, con un profilo europeo di primo piano, capace di parlare oltre gli steccati. Perfetto contraltare alla leader dell`Ugl Rosaria Polverini. Chi meglio di lei per togliere il centrosinistra dal pantano del dopo-Marrazzo? L`idea non dispiacerebbe nemmeno al senatore Marino, che con i radicali ha un feeling consolidato. E, nonostante il suo nome sia finito nella top-ten dei candidabili, a correre per la Regione Lazio - assicurano i suoi non ci ha mai seriamente pensato. Goffredo Bettini sorride compiaciuto, lasciando riconoscere il suo guizzo dietro l`idea di una candidatura che sbaragli gli schemi. Nel Lazio, dove la presenza del Vaticano è incombente. E nel Pd, dove i dalemiani pensano se mai all`ex presidente della Provincia Enrico Gasbarra. Oppure a un ticket con Tabacci in caso di alleanza con l`Udc. «Emma Bonino sarebbe una candidata perfetta, capace di prendere voti anche a destra e di rendere di nuovo pulita la scena elettorale», si entusiasma il suo entourage: «E poi prima era il partito che decideva e tutti dovevano essere d`accordo, adesso con le primarie lo schema è libero». Ma è proprio il partito a frenare. Sulla senatrice radicale. E non solo. Di nomi che possano spazzare via lo scandalo che ha travolto la Regione Lazio in queste ore se ne fanno tanti. Da Andrea Riccardi, fondatore di Sant`Egidio, all`ex prefetto Carlo Mosca, l`uomo che disse no alle impronte digitali ai rom. Con spazio anche a candidature fuori dal Pd. «Ma non facciamo totonomi, è chiaro che in un quadro di alleanze verranno scelti i candidati vincenti, ma lo schema è: prima la piattaforma e le alleanze e poi la scelta del candidato», spiega il neo segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Le stesse primarie di coalizione sono uno scenario non del tutto scontato. I popolari, per esempio, non le vogliono. E forse non solo loro. E la stessa Emma Bonino più che un tam tam eterodosso sul suo nome attendeva che Bersani battesse un colpo sul rapporto con i radicali. E invece nulla, dicono a Largo Argentina. «Per ora l`unica cosa che so è che stiamo raccogliendo le firme per presentare alle regionali la Lista Bonino-Pannella», recita dunque l`argomento più forte con cui Emma Bonino si prepara alle prossime elezioni amministrative. Anche nell`altra metà del campo, la vicenda è più confusa di quanto Berlusconi l`abbia rappresentata l`altro giorno con il suo placet alla candidata di Fini, Rosaria Polverini. «La decisione non è ancora stata presa», frena il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Mentre il berlusconiano Francesco Giro si entusiasma: «Polverini nostra candidata al 99,9%». Entusiasmi che servono a far deflagrare lo scontro tra gli ex An, spiega chi non ha rinunciato a vedere in pista un big di An. Magari una donna, Giorgia Meloni: «Oppure Gasparri». E poi davvero Berlusconi ha rinunciato a mettere alla guida della Regione Lazio, un suo fedelissimo? Antonio Tajani è pronto a tornare in pista se dovesse tramonta- su facebook Nasce il gruppo «Emma Bonino, Yes we can». In poche ore 200 contatti.
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