
Il modello di sviluppo cinese è insostenibile. Il mio ultimo viaggio in Cina dell'estate 2011, aggiunto ai due che avevo effettuato in primavera, mi ha convinto che gli eccessivi investimenti, tuttora pari al 50% del Pil, abbiano creato un latente problema di debiti e una massiccia sovraccapacità produttiva che porteranno alla fine ad un brusco rallentamento dell'economia e ad un "atterraggio duro" dopo tanti anni di sviluppo. Fino al cambio di leadership politica previsto per l'anno prossimo il Paese potrebbe mantenere un'alta crescita grazie appunto agli investimenti, ma intorno al 2013-14, il Pil probabilmente rallenterà al 5% o meno, l'equivalente di una recessione. Perciò, la Cina deve lavorare per trovare un modello di sviluppo più bilanciato e sostenibile. Sono in qualche misura pessimista circa la capacità della Cina di aumentare in modo significativo il contributo dei consumi alla crescita prima che il boom degli investimenti si trasformi in una bolla. La ragione è che l'eccessivo tasso di risparmio e i bassissimi consumi sono fattori strutturali, e servirebbero decenni di riforme dolorose e politicamente ardue per modificali.
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