
Che meraviglia l'informatica! Al giorno d'oggi con i computer si fa davvero tutto. Si cucina, perfino. Come sarebbe possibile, tanto per fare un esempio, gestire un ristorante come quello del Senato senza sofisticati sistemi elettronici? Sarà per questo che l'amministrazione di palazzo Madama ha speso l'anno scorso 41.880 euro per, testualmente, «noleggio di sistemi informatici a supporto della ristorazione»... Soldi che ha incassato, come si deduce dalla documentazione ottenuta dai radicali e pubblicata nella pagina [3] «Parlamento Wikileaks» del loro sito internet, la nota ditta Gemeaz Cusin. È questo uno dei tanti rivoli in cui sono stati ripartiti i cospicui investimenti nell'informatica del Palazzo.
La Camera dei deputati, per esempio, ha prodotto lo scorso anno sforzi davvero considerevoli. Dall'elenco reso di dominio pubblico dai soliti radicali in seguito alla loro iniziativa per rendere più trasparenti i costi della politica, si deduce che l'amministrazione di Montecitorio ha speso nel 2010 una cifra sontuosa, pari a 12.640.858 e 92 centesimi.
Ma quello che colpisce non è tanto l'importo, certamente giustificato dalla complessità dei sistemi che fanno della Camera uno degli apparati istituzionali meglio attrezzati da questo punto di vista, quanto la sorprendente frammentazione delle forniture. L'ammontare complessivo della spesa, infatti, appare suddiviso in una incredibile miriade di contratti, che vanno da un minimo di 900 euro fino a 1.188.424 e 96 centesimi con la società Agile srl, che è fra l'altro in amministrazione straordinaria.
Nella sterminata lista pubblicata dai radicali se ne trovano ben 18 di assistenze informatiche, per un totale di tre milioni 582.922 euro e 55 centesimi, che si devono sommare a 40 forniture rubricate sotto il capitolo acquisto software.
Per non parlare dei 22 appalti relativi ad acquisto hardware, dei 28 contratti di manutenzione, dei quattro di «gestione operativa dei sistemi informatici». E poi ancora due di noleggio, uno di progettazione, uno di servizi e uno di materiali di consumo. Per un numero complessivo di 117 (centodiciassette!) contratti che hanno foraggiato più di 100 differenti ditte.
Nessuno, evidentemente, è rimasto scontento. Ne siamo convinti. Dopo aver consultato gli esperti del ramo, resta soltanto da farsi la seguente domanda: un numero simile di fornitori risponde davvero alla logica dell'efficienza?
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