
E adesso il problema dell'opposizione è fermare l'offensiva mediatica di Berlusconi, alzare un argine a quel fiume in piena, di parole e di accuse, che arriva dal premier anche attraverso il piccolo schermo. E che colpisce ora il centrosinistra, ora i magistrati. Pier Luigi Bersani prevede che i toni del premier continueranno a salire, con l'obiettivo di stanare gli indecisi. E così attacca. «Berlusconi non accetta i confronti, intende la politica come un comizio continuo e il governo come un decreto continuo», dichiara da Latina il segretario del Pd. E denuncia il tentativo di «zittire» maggioranza e opposizione a colpi di decreti e voti di fiducia.
Nel pomeriggio, quando arriva a Frosinone, Bersani mira al centro del bersaglio: «Vedremo la presenza di Berlusconi nelle trasmissioni e nei telegiornali, ma noi non ci impressioniamo. Con i mezzi che abbiamo, che non ci consentono di mandare sette milioni di lettere, suoneremo le nostre campane». Altro che dialogo. Il premier «interpreta il confronto come un eternocomizio», accusa il capo del Pd. E sottolinea il «nervosismo» di un Berlusconi che parla di «partito dell'amore», ma intanto digrigna i denti. E ora, prevede, «questo nervosismo cercheranno di risolverlo chiamando a un referendum sul bene e sul male, su Berlusconi sì o no». Eppure si mostra ottimista, il segretario: «Non dico che abbiamo vinto, perché siamo a un pelo, ma dico che vinciamo». Ironizza su Berlusconi che «fa il surfista da una balla all'altra», attacca il governo sulla crisi, contesta la strategia dei «cieli azzurri» e affonda: «Ve lo immaginate Berlusconi che va in tv e dice "C'è un problema, c'è bisogno di dare una mano..."? No, non lo farà mai. Apicella quell'accordo lì non glielo ha fatto». E oggi, al Pd, Bersani dirà «basta» ai bavagli e alle censure: «Non gli piace certa televisione? Cambi canale».
Rosy Bindi si augura che il premier in tv faccia agli italiani l'effetto che fa a lei: «Dice stupidaggini e li prende in giro. Ora che Tremonti gli ha impedito di abbassare le tasse, pianta gli alberi e sconfigge il cancro. Straparla, perché ha capito che sta perdendo».
L'altro fronte è la magistratura. L'ennesimo attacco contro le toghe provoca la dura reazione dei presidente dell'Anm, Luca Palamara. «E sconcertante che in campagna elettorale venga aggredita quotidianamente un'istituzione dello Stato - difende la categoria il presidente -. Non siamo un partito, ma in uno Stato di diritto il nostro compito è applicare la legge».
Bersani invita la politica a fare un passo indietro perché la magistratura «deve fare il suo lavoro e deve essere rispettata tutti i giorni dell'anno».
E Leoluca Orlando, Idv, giudica «eversivo» il comportamento di Berlusconi.
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