
Il clamore mediatico attorno a spintoni e urlacci fa torto alla vera novità di rilievo di questa campagna elettorale, che è l'imponente ondata satirica (in specie, parodistica) che si abbatte sui siti e i blog. Un'anti-propaganda di massa, fatta di migliaia di messaggi spesso molto spiritosi che buttano in ridicolo la politica della paura, boicottando quella fabbrica delle fobie che, nella destra di potere, è perfino più attiva e venefica della fabbrica del fango. Una risata non ha mai seppellito nessuno, ma è piacevole scoprire che all'invettiva, che in rete abbonda, molte persone preferiscono la presa per i fondelli, che ha il vantaggio di spiazzare e di far riflettere. Spiace che la destra, con pochissime eccezioni, non disponga di una efficace contraerea, rispondendo battuta su battuta, pur disponendo di un bersaglio (la sinistra) decisamente invitante. Ma è un vecchio problema, questo, che oggi ripropone a livello "di base" analoghe polemiche già udite a livello di "vertice". Solo che qui è un po' difficile prendersela con varie ed eventuali caste televisive e teatrali di comici "comunisti", perché non risulta che gli internauti siano raccomandati o promossi da alcuno, o tutelati dalla famosa egemonia radical chic. Nessuno impedisce a eventuali incursori leghisti o pidiellini di fare il verso al Pisapia ciclista o alle sciure milanesi tutte Prada e goscismo. Se invece delle battute spiritose esce solo un livore greve, forse vuol dire che la risata, a destra, è un'arma poco conosciuta.
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