
Ma la Polverini, non si era dimessa? Questa è (almeno) la quarta Amaca che comincia con la stessa frase, dedicata allo stesso argomento con parole, temo, molto ripetitive. Il problema è che, nel frattempo, nulla è mutato: la Polverini ha decuplicato la sua presenza sui giornali e sta toccando l’acme della popolarità, picchi di fama mai neppure sognati quando era saldamente in carica. È più fotografata di Lady Gaga, più intervistata di molti leader nazionali, protagonista di vero e proprio vortice mediatico. Indice elezioni, le disdice, chiede che l’election day nazionale venga fissato a partire dall’agenda politica di Frosinone, viene confutata dal Tar, lo confuta, convoca comitati elettorali, si ricandida, si schernisce dicendo che non è detto, forse si allea con Storace, forse no, forse forma una lista Polverini, forse la appoggia lei stessa, forse no per ragioni di opportunità politica. Mai dimissioni sono state foriere di altrettanto successo, e il sorriso che le illumina il volto è un sorriso di trionfo. Deve augurarsi, però, di non essere mai più eletta, perché un suo eventuale successo politico interromperebbe il ciclo magico che la catastrofe e il disdoro le hanno creato attorno.
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