
Il Grillo che attraversa a nuoto lo stretto di Messina più che Mao fa tornare alla mente (ed è un ricordo allegro) quel Beppe Grillo che, molti anni fa, attraversò a piedi nudi dieci metri di pizza napoletana (parodia di Mino D'Amato che era passato scalzo sui carboni ardenti a Domenica in). Dalla parodia piccola - quella del conduttore televisivo - è passato alla parodia grande, quella del Grande Leader. Che il gioco gli sia sfuggito di mano oppure lo padroneggi ancora, non è del tutto chiaro. Ma, forse per deformazione professionale, non riesco a considerare davvero pericoloso un parodista: è uno che, di mestiere, smonta i meccanismi, li mette a nudo, poi li ripete in forma di farsa.
Il comico-dittatore è un ossimoro, alla base della comicità c'è la coscienza del limite e qualcosa mi dice che Grillo, mentre nuotava, sapeva di essere soprattutto comico. Io credo (sogno?) che un giorno il vecchio Beppe, arrivato infondo alla gigantesca parodia del capo carismatico che è riuscito a mettere in campo, si leverà le pinne e uscirà di scena ridendo. Di se stesso, certo, ma soprattutto di chi ha avuto paura della sua lotta disarmata.
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