
23/12/10
Il Foglio
Stefania Prestigiacomo ha lasciato in lacrime il Pdl, mentre dai banchi in Aula arrivavano le urla maschili: "Dimissioni dimissioni". Il ministro dell’Ambiente ha votato con le opposizioni (perdendo), dopo giorni di polemiche e reciproci dispetti. È il destino delle amazzoni del Cav., belle signore battagliere, ex scolarette del berlusconismo salite in cattedra, e decise a difenderla, Mara Carfagna aveva minacciato le dimissioni (ha rischiato quindi di diventare il nuovo faro della sinistra, dopo essere stata a lungo la strega da calendario da bruciare in roghi di piazza), e adesso Silvio Berlusconi è forse persino seccato per averla dovuta trattenere, dandole ragione e rassicurandola. Anche Stefania ha detto: "Parlerò direttamente col premier", perché le ragazze non vogliono più essere trattate da ragazze, da studentesse diligenti. Hanno studiato il triplo per farsi perdonare il salto della gavetta (ma Barbara Berlusconi, grande fan delle gavette e non molto solidale con il ministro delle Pari opportunità, di cui contesta non l’operato ma il passato, continua a farlo notare) e non vogliono essere ricordate come belle statuine. Molti li chiamano "capricci", e sostengono che il Cavaliere ne sia parecchio infastidito (e Daniela Santanchè alquanto rinvigorita, perché può far notare le differenze), ma le signore di governo si sentono sicure e pronte ad aggiungere scompiglio al caos. Le lacrime (dal ministro dell’Ambiente già sperimentate per le quote rosa) danno un tocco glamour alla battaglia per il riconoscimento politico, e sono l’avvertimento solo apparentemente indifeso agli uomini del Pdl: maschi, tremate, le donne sono tornate.
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