
03/11/10
Il Messaggero
La notizia dell’imminente esecuzione in Iran di Sakineh ha in poche ore rilanciato una massiccia mobilitazione internazionale per fermare la mano del boia. L’impiccagione della donna non potrà non gettare ulteriori ombre sul Paese degli ayatollah, già sotto pressione per la questione nucleare. Ne è convinto il Foreign Office, il ministero degli Esteri britannico, che con una dichiarazione affidata a un portavoce ha affermato: «Se l’Iran ucciderà Sakineh sarà un atto vergognoso». L’Alto rappresentante per la politica estera della Ue, Catherine Ashton, si è detta «molto preoccupata» per la possibile esecuzione imminente. Da Bruxelles è arrivata anche una dura nota del Parlamento europeo, a firma dei due vicepresidenti italiani Roberta Agelilli (Pdl) e Gianni Pittella (Pd). «Teheran smentisca le voci sull’imminente esecuzione di Sakineh - si legge e fornisca notizie sulle sue condizioni di salute». «Se l’Iran - prosegue la nota - vuole realmente costruire un dialogo con l’Europa non può ignorare gli appelli che arrivano dai governi e dalla società civile». Sempre a Bruxelles, ieri pomeriggio si è svolta una marcia di solidarietà per la donna davanti alla sede del Parlamento europeo, mentre a Parigi centinaia di persone hanno dato vita a un sit in davanti all’ambasciata di Teheran. Analoghe manifestazioni si sono svolte a Roma, davanti alla sede del Parlamento europeo, in via IV Novembre, con l’accensione di centinaia di candele. Ancora una volta è comunque l’Italia in prima fila nella battaglia contro le esecuzioni capitali. Ed è in quest’ottica che il ministro degli Esteri Franco Frattini e il ministro per la Pari Opportunità Mara Carfagna hanno diffuso un comunicato congiunto di solidarietà a Sakineh: «L’impegno dell’Italia, non solo del governo, ma anche del parlamento e dell’opinione pubblica, per evitare la pena di morte ovunque e contro chiunque essa venga decretata - in quanto punizione lesiva della dignità umana - è noto a tutti. Vogliamo però ribadirlo oggi nuovamente, con forza, e siamo fiduciosi di poter trovare ascolto presso le autorità di un Paese come l’Iran che l’Italia rispetta in quanto Stato sovrano e con il quale intende intrattenere un rapporto di dialogo costruttivo". Per Nessuno Tocchi Caino, la strada per salvare la vita a Sakineh deve necessariamente passare dall’Unione europea. «La sua sorte commenta il segretario Sergio D’Elia - dipende da quanto farà la Ue in queste ore, se deciderà di mobilitarsi nei confronti del governo iraniano e se farà la pressione necessaria per impedire che venga uccisa». È in questo contesto che L’Unesco ha deciso, sull’onda delle pressioni internazionali, di spostare da Teheran a Parigi la "Giornata mondiale della Filosofia", programmata dal 21 al 23 novembre, nella capitale iraniana si svolgeranno solo manifestazioni di contorno. Ma, a quanto pare, il regime iraniano sembra non curarsi più di tanto di tutto questo. Dice il vice ministro degli Esteri Hassan Qashqavi: «L’Iran difende la vittima e la sua famiglia mentre l’Occidente difende chi ha recato l’offesa».
© 2010 Il Messaggero. Tutti i diritti riservati