
23/12/10
la Repubblica
Nella grandissima confusione di questo paese, per fortuna ci sono alcune costanti che aiutano a orientarsi, e a far quadrare i conti. L’ex favorita di Bettino Craxi, signora Anja Pieroni, in una pittoresca intervista dice di vedere in Berlusconi «un socialista perseguitato». Non si sa se faccia più ridere "socialista" o "perseguitato". Si tiene per buona, comunque, la ferrea coerenza con la quale un pezzo d’Italia, quello che fu il motore del rampantismo degli anni Ottanta, della Milano da bere e della Roma da mangiare, oggi si riconosce nel premier come se fosse una reincarnazione di Bettino. L’amicizia tra i due sarà, per gli storici del futuro, un grande argomento di studio, ancora tutto da raccontare. E la sostanziale continuità politica tra l’ultimo segretario del Partito socialista ancora integro e forte, e il premier della destra populista, sdoganatore dei fascisti, antistatalista, giustificazionista sull’evasione fiscale (che è l’atto più anti-socialista dell’universo) è una pagina tra le più sconcertanti della storia repubblicana.
Molti craxiani berlusconiani rivendicano con orgoglio una evidente continuità tra il socialismo riformista e l’attuale obbrobrioso governo scassa-welfare. Più comprensibile la lettura storica della signora Pieroni: un’ammirazione sconfinata per i maschi di potere.
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