
07/02/11
Il Mattino
Una passeggiata per le vie centrali di Milano tra strette di mano e qualche foto, poi il rientro ad Arcore, proprio mentre i manifestanti cominciavano a marciare in direzione di villa San Martino. In serata il rammarico per «il clima di contrapposizione che sta salendo nel Paese». Tensioni che, a giudizio del Cavaliere, vengono alimentate anche dalla caccia all’uomo che si è scatenata sulle ormai leggendarie foto delle notti ad Arcore. Punta il dito un po’ contro tutti il presidente del Consiglio per «l’ennesima spallata che si tenta di dare ad un governo e ad una maggioranza democraticamente eletta». Il Cavaliere non si è mai sottratto al "braccio di ferro" e alle "regole" di un bipolarismo muscolare, ma pensa che la reiterata richiesta di dimissioni fatta dall’opposizione rischia di mandare in soffitta l’appello del Colle.
Resiste il Cavaliere che, fedele al motto latino "si vis pacem para bellum", ha avviato una sorta di pre-campagna elettorale inondando ogni giorno i palinsesti dei tg con sue dichiarazioni. Una strategia che gli permette di non farsi trovare impreparato qualora la situazione della maggioranza dovesse precipitare e di recuperare un po’ di quella capacità di leadership offuscata da scandali più o meno, rosa. Il clima di contrapposizione che c’è nel Paese però lo allarma. Così come l’isolamento politico profetizzato dalle opposizioni proprio mentre i numeri della maggioranza si allargano grazie ad i nuovi innesti. «Spero si possa tenere il filo dei rapporti civili» si augura Paolo Bonaiuti, senza però crederci troppo.
Secondo il presidente del Consiglio il clima di contrapposizione è anche alimentato da manifestazioni come quella del "Palasharp". Al successo descritto ieri dai media il premier crede poco, anche per essersi fatto raccontare la kermesse da un paio di "infiltrati". Più concreti i manifestanti messi assieme dal "Popolo Viola" e dai centri sociali milanesi, con quella pattuglia di "anarchici" che hanno tentato di arrivare sino al cancello di villa San Martino.
La passeggiata di ieri mattina per Milano è stata quindi per Berlusconi quasi un sopralluogo per le vie di una città che lo ha sempre sostenuto sia da imprenditore, sia da politico. Contro quel clima di incertezza e di "fine epoca" che attanaglia buona parte del Paese, che riempie le piazze dell’opposizione, che gonfia la percentuale del non voto e che arriva sin dentro il suo governo, Berlusconi prova a reagire esibendo dosi massicce di ottimismo sulla ripresa e sulla tenuta della legislatura.
Gli scettici però si annidano sin dentro il suo governo e il clima un po’ depresso è quello che tiene lontano Sandro Bondi dagli uffici del suo ministero dove non mette piede ormai da settimane facendosi portare in via dell’Umiltà le pratiche da firmare. «Mi sono dimesso dentro», sostiene il ministro anche dopo aver incassato la fiducia della Camera. Così come segni di stanchezza cominciano ad arrivare persino dal Guardasigilli Angelino Alfano al quale sembrano non dispiacere le voci che lo vorrebbero coordinatore unico del Pdl e pronto a passare la mano persino a Marco Pannella qualora il centrodestra dovesse stringere una difficile intesa con i Radicali.
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