
Sono passati venti mesi dalla morte nel carcere francese di Grasse di Daniele Franceschi, 36 anni, carpentiere navale di Viareggio, padre di una bambina. Terribili per mamma Cira, la madre-coraggio di Daniele che ha sfidato i gendarmi, l'Eliseo, e ancora oggi non si arrende, ma proficui per la giustizia francese che, dopo avere iscritto nel registro degli indagati il medico del carcere e due infermieri, ha deciso di incriminarli ufficialmente. «È un atto fondamentale per l'inchiesta che porterà a un processo», hanno detto gli avvocati della famiglia, il francese Luc Febbraro e l'italiano Aldo Lasagna. L'ipotesi di reato è omicidio involontario, il nostro omicidio colposo. Il giudice istruttore, Christoph Morgan, starebbe anche per firmare tre avvisi di garanzia nei confronti di alcune guardie carcerarie. Cira Antignano, la mamma di Daniele, ieri a Roma per partecipare ad alcune iniziative del Partito radicale, dopo aver appreso la notizia ha pianto. «Finalmente cominciamo a vedere giustizia, ma io non mi fermo. Il 2 maggio sarò a Parigi e farò lo sciopero della fame sino a quando non mi restituiranno gli organi di mio figlio ancora nascosti in una cella frigorifera dell'obitorio francese».
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