
15/12/10
L'Osservatore Romano
«Non vi saranno cambiamenti» nella politica iraniana sul nucleare né nella linea di politica estera dopo la rimozione del ministro degli Esteri, Manuchehr Mottaki, decisa ieri dal presidente Mahmud Ahmadinejad. Lo ha detto oggi il portavoce del ministero degli Esteri, Ramin Mehman-Parast aggiungendo che: «I temi di politica internazionale sono definiti ai più alti livelli e il ministro degli Esteri non fa che applicarli, Non vi saranno cambiamenti sostanziali, né nell’approccio al nucleare né nei negoziati».
Al posto di Mottaki è stato nominato ministro degli Esteri facente funzioni il capo dell’Agenzia per l’energia atomica iraniana, Ali Akbar Salehi. Mottaki è stato rimosso dal suo incarico mentre si trovava in visita in Senegal, dove ha consegnato un messaggio di Ahmadinejad al presidente senegalese, Abdoulaye Wade. Secondo l’agenzia Irna, Salehi rimarrà in carica fino a quando non sarà designato il successore di Mottaki, che poi dovrà ricevere la fiducia del Parlamento. Ma sembra probabile che Salehi manterrà la sua posizione, anche perché, secondo l’agenzia Fars, sarebbe stato già scelto il suo successore alla guida dell’Agenzia nazionale per l’energia atomica.. Si tratterebbe di Mohammad Qannadi, attualmente responsabile del Centro di ricerca per le scienze nucleari e tecniche iraniano.
«Non è importante chi sarà il ministro ma la politica dei Governo iraniano nei negoziati con la comunità internazionale». Così il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha commentato la destituzione di Mottaki. «L’ultimo incontro a Ginevra - ha aggiunto il capo della diplomazia statunitense - con il gruppo cinque più uno è stato un buon inizio per il ritorno a negoziati seri. Siamo disposti a perseguire qualsiasi strada diplomatica per convincere l’Iran a rinunciare a produrre armi nucleari». Anche il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, ha detto che la destituzione di Mottaki non deve interrompere il negoziato con l’Iran.
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