
La telenovela «Salza sì Salza no» è arrivata ai titoli di coda. La Compagnia di San Paolo ieri ha votato a maggioranza l’indicazione per il prossimo presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo: per i torinesi la guida dovrà essere affidata a Domenico Siniscalco. Si tratta di un «parere consultivo al presidente Angelo Benessia - precisano fonti della Fondazione torinese - affinché nei contatti tra le fondazioni azioniste ne sostenga la candidatura».
Che arriva nello stesso giorno delle parole di Umberto Bossi sulla Lega e le banche ma soprattutto dopo mesi di indiscrezioni e candidature promosse e cadute in pochi giorni. Il nome dell’ex ministro dell’Economia è quello sul quale Benessia è riuscito a coagulare l’apprezzamento della maggioranza dei consiglieri di gestione per un’alternativa credibile a Enrico Salza. Esce così di scena il banchiere che ha traghettato il Sanpaolo Imi al matrimonio con Intesa e acerrimo avversario dello stesso Benessia. La riunione, durata tre ore e mezzo, si è svolta in un clima «non facile», racconta un testimone. E si è chiusa con la conta dei voti dei sette membri su due mozioni presentate da Benessia: una su continuità e discontinuità nella gestione di Intesa Sanpaolo (ovvero, nella necessità di sostituire Salza) e la seconda sulla «indicazione» di Siniscalco e del docente della Bocconi Beltratti come componenti del consiglio di gestione. Dalle votazioni si sarebbe astenuto il vicepresidente Luca Remmert, mentre ha votato contro Giuseppina De Santis, contestando la forma: «Non è la sede questa, avrebbe detto, per discutere della composizione del consiglio di gestione. Tanto più nel giorno in cui dalla Lega arriva una dichiarazione come quella di Bossi con l’indicazione di un nome, quello di Siniscalco, visto come vicino al ministro dell’economia Giulio Tremonti».
Di certo la presidenza del consiglio di gestione sarà tema di dibattito nell’incontro delle fondazioni azioniste previsto per oggi, malgrado la puntualizzazione di Giuseppe Guzzetti. «Non mi pare che decideremo nulla», ha detto il presidente della Fondazione Cariplo a chi chiedeva dell’incontro, ricordando che la scelta del presidente del consiglio di gestione «non compete agli azionisti. Io di indicazioni non ne farò ha aggiunto - ma personalmente non credo che dobbiamo toccare questo argomento». Anche perché, ha ricordato, «magari qualche autorità, se non stiamo rigorosamente allo statuto (che non attribuisce ai soci alcun potere nella scelta del Cdg), interloquisce».
La partita comunque appare ormai conclusa anche se la ratifica formale dovrà avvenire solo dopo l’assemblea dal comitato nomine indicato dal nuovo consiglio di sorveglianza. Siniscalco era intervenuto
in mattinata sull’argomento Intesa Sanpaolo. Per smentire l’interesse di Morgan Stanley - della quale è
country manager per l’Italia - per rilevare una quota di Fideuram prima del collocamento in Borsa del gruppo del risparmio gestito. E per definire «un tema assolutamente prematuro» quello della sua candidatura alla presidenza di Intesa Sanpaolo. Due uscite, fatte a margine di un convegno a Venezia con George Soros, molto legate tra loro. L’indiscrezione del possibile acquisto della quota Fideuram (i110%) ha fatto prendere il volo al titolo Intesa. Ma è stata letta in ambienti finanziari milanesi come un chiaro
stop all’ex ministro, che avrebbe dovuto indossare contemporaneamente il cappello di futuro presidente del consiglio di gestione e, come capo di Morgan Stanley, quello dell’acquirente della quota Fideuram. Di qui la smentita dell’ipotesi Fideuram e una più blanda presa di distanza dall’ipotesi della presidenza fatta dall’ex ministro. Completato intanto l’elenco delle liste in vista dell’assemblea del 30 aprile. L’ultima arrivata è quella dell’Agricole, che candida Jean-Paul Fitoussi e Piero Novelli.
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