
"Se non passi su un piano dialogante invece che monologante (anche nell'online), nella tua scelta di impiccare tutto e tutti - senza soprattutto fare proposte, se non proposte demagogiche e improvvisate e comunque mai costruttive, rischi di restarci tu, ma rischi soprattutto di portare gli altri con te". Marco Pannella, storico leader del Partito Radicale, con un'intervista ad Affaritaliani.it, bacchetta Beppe Grillo a cui indica la strada per cambiare modo di fare politica. Poi annuncia nuove iniziative giuridiche internazionali per denunciare l'"insostenibile" e "criminale" condizione della giustizia italiana e della sua appendice carceraria. E su Emma Bonino dice: "La candidiamo a premier dopo Monti per costituire governi che abbiano come centro motore il mondo e la storia Radicale, che è la storia del popolo italiano, che con i nostri referendum (abolizione del finanziamento pubblico, antiproibizionismo, sistema elettorale anglosassone) ci ha fatto fiducia all'80 e al 90%".
Grillo chiede un processo di Norimberga per i partiti. Ha ragione?
“In passato ne avevo parlato anche io. Io ne ho approfittato per dirgli che nella sua scelta di impiccare tutto e tutti senza fare proposte, se non demagogiche e improvvisate e comunque mai costruttive, sarebbe finito male. Inoltre ho detto più volte a Grillo che coi monologhi in cui indica quelli che bisogna fare fuori non costruisce nulla”.
Dunque che cosa gli consiglia di fare?
“Deve passare dal monologo a una situazione dialogica che è l’unica che può costruire alterità e alternative ai poteri quando questi non sono democratici e riteniamo siano negativi. Queste cose le ho scritte in una prefazione di un libro su di lui. In sostanza Grillo i dibattiti continua a non accettarli con nessuno, così come fa quando è ospite da Santoro: vengono messi i 4-5 minuti più efficaci di una delle sue orazioni, ma lui non è mai in studio, non risponde mai agli altri e non ascolta mai le risposte. Questo è uno strumento scarsamente formativo di una alterità e di una alternativa, rispetto a un regime o a un potere che consideriamo antidemocratici. Tornando al processo di Norimberga sui partiti su Twitter gli ho scritto scherzosamente che è un copione visto che da anni parliamo di un processo, con tutte le garanzie del diritto internazionale, contro la partitocrazia e il regime italiano. Ma vorrei aggiungere una cosa…”
Quale?
“C’è il rischio che le persone che si presentano con la lista di Grillo ripetano il suo monologo perché sono stati formati a ripetere con parole diverse le su filippiche. Vorrei ricordare poi che Grillo ripete le stesse cose che i fascisti dicevano contro i parlamentari; tutti corrotti, tutti pezzi di merda, ma così non costruisce nulla. I Radicali invece, quando vengono eletti, hanno una capacità di dominare i regolamenti e imporne il rispetto. A chi è eletto essendo radicale e non da radicale inteso come appartenente al partito, tutti riconoscono la grande capacità efficacia. I nostri parlamentari, 6 alla Camera e tre al Senato, sono da tutti riconosciuti come tra i parlamentari più attivi e preparati. Quindi per formare una forza politica di rottura ci vuole tutto questo e non solo l’attacco frontale. Noi Radicali siamo nati l’11 dicembre del 1955 e abbiamo dimostrato una grande capacità di durata in una situazione nella quale poche volte abbiamo partecipato alla vita di regime. Per questo da Grillo attendo una politica che invece di centrare tutto sulla perversione degli avversari appoggi, come noi facciamo da sempre, delle proposte concrete”.
In vista del 2013 con chi vi alleerete?
“Con chi accetterà di supportare le nostre battaglie politiche. Nel 1994 Berlusconi si schierò con noi aderendo a otto referendum radicali importanti e per due anni, su nostra richiesta, nominò Emma Bonino e Mario Monti alla Commissione europea. Vedremo. Ma una cosa voglio aggiungere sul nostro programma…”.
Faccia pure…
“In questa situazione, con argomenti giuridici e costituzionali e non con l’insulto di piazza, sosteniamo che la partitocrazia è antidemocrazia ed è illegalità. Oggi infatti siamo impegnati sulla riforma della giustizia sulla quale siamo da 30 anni condannati dalla giurisdizione europea. In questi giorni abbiamo annunciato che noi formalmente provvederemo ad aprire contestazioni giudiziarie internazionali contro l’Italia la cui situazione continua ad essere insostenibile. Una constatazione che ha fatto Napolitano quando l’ho incontrato al Senato il 28 luglio scorso. In quell’occasione il Presidente della Repubblica ha dichiarato che la situazione della giustizia e delle carceri rappresentavano una “prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile”, perché non si poteva continuare ad avere vergogna davanti all’Europa e al mondo. Così come molte di quelle condanne sono arrivate grazie alle nostre iniziative giuridiche ora prenderemo tutte le iniziative giuridiche internazionali per incriminare la realtà italiana perché non interrompe una flagranza criminale dal punto di vista tecnico. Ma non è solo la situazione carceraria a preoccupare…”
Che cosa non funziona soprattutto?
“Ci sono 10 milioni di processi in corso. Già nel 2005 il Consiglio d’Europa ha dichiarato, attraverso la relazione del parlamentare spagnolo Álvaro Gil-Robles, che la lentezza della giustizia “indebolisce lo Stato di diritto” e che già all’epoca “circa il 30% della popolazione italiana era in attesa di una decisione giudiziaria”. Tutti dimenticano che sempre noi Radicali, attraverso Nessuno Tocchi Caino, siamo riusciti a far votare all’Assemblea Generale dell’ONU dopo anni di battaglia una moratoria universale sulla pena di morte. A dicembre del 2012 sappiamo che l’Assemblea Generale dell’ONU per la terza volta farà una risoluzione contro le mutilazioni genitali femminili. All’ONU su questo tema siamo riusciti a riunire la maggioranza degli Stati africani. Con questo voglio dire che è indubbio che i 60 anni di partitocrazia italiana hanno creato una situazione flagrante di reati contro i diritti umani”.
Cambiando argomento, Emma Bonino potrebbe essere un buon presidente della Repubblica?
“Certamente e non solo secondo me. Già nel maggio 1999, l’80% degli italiani sarebbe stato molto o abbastanza soddisfatto se Emma Bonino fosse stata eletta Presidente della Repubblica, poi dei 990 votanti in Parlamento, solo 15 votarono per lei”. Persino su Libero.it Emma Bonino Presidente della Repubblica ha avuto il doppio delle preferenze di Berlusconi. Ma noi candidiamo Emma Bonino a capo del governo dopo Monti per costituire governi che abbiano come centro motore il mondo e la storia radicale”.
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