
12/01/10
Il sole 24 ore
Alberto Melloni, storico, ordinario di storia del cristianesimo all`università di Modena Reggio Emilia, parla della candidatura di Emma Bonino nel Lazio. «Non è improponibile», dice, ma «è il sintomo di quanto il centro-sinistra non sia ancora riuscito ad ascoltare la complessità del mondo cattolico». E abbia smesso di cercare «uomini di riserva, come accadde con Prodi».
L`appoggio del Pd alla Bonino è una sconfitta dell`area cattolica-popolare? Una rinuncia a esprimersi?
L`idea che in una regione importante come il Lazio si vada a rimorchio dei radicali non mi sembra del tutto comprensibile. Non è al voto delle suore che guardo ma a ciò che esprimono le forze politiche di centro-sinistra anche rispetto alla loro storia ben diversa da quella radicale che mi sembra fatta più di narcisismo della sconfitta che di sparute vittorie politiche e meno ancora amministrative.
E’ una candidatura improponibile per il mondo cattolico?
Emma Bonino ha una esperienza politica autorevole e importante, riconosciuta e rispettata sia a destra che a sinistra. Non ho motivi per ritenerla improponibile. Altro discorso è la delusione in rapporto alla funzione dell`ambiente ecclesiale e cattolico. Se c`è una caratteristica costante che questo mondo ha espresso è la capacità di aver saputo proporre uomini di riserva. E questo è valso a tanti livelli. Penso a Romano Prodi per il governo del paese o a Lorenzo Dellai per l`amministrazione locale. La sensazione è che si è rinunciato a cercare una persona di riserva e a dare la possibilità al cattolicesimo di esprimersi. Ma questo non riguarda un solo schieramento politico, è più generale.
Il sostegno del Pd alla Bonino allontanerà l`amalgama tra laici e cattolici nel partito?
La linea politica che i radicali hanno avuto in tanti ambiti a partire dalla "nave della dolce morte" di Capezzone in una sua precedente vita - ha sempre puntato a ritenere irrilevante lo spazio di mediazione, peraltro, ricalcando la politica ecclesiale di alcuni momenti. Questo è in contraddizione con l`istinto profondo di tanta presenza politica dei cattolici: costruire, cioè, spazi di mediazione per fare il bene generale. L`impostazione radicale favorisce, invece, che siano le questioni di principio - e quindi l`osservanza a convinzioni individuali - a fare il bene generale.
Ma è stata la Binetti a dire: o me o lei. E come giudica questa spaccatura dei teo-dem con gli ex popolari che hanno sostenuto la Bonino?
Non ho titolo per giudicarle ma cerco di capirla. Credo che da una parte del centro-sinistra ci sia la preoccupazione di non porre pregiudizi ad excludendum e di mantenere aperto il dialogo con tutte le forze. Poi, per quanto riguarda alcuni ambienti, mi sembra che stiano nel Pd - o siano stati messi lì - allo scopo di esprimere interdizione. E naturalmente non si sono lasciati scappare l`occasione per interdire. Ma è come chiedere allo stopper di non fare un fallo: è lì apposta!
Incassato il sostegno del Pd, la candidatura della Bonino potrebbe essere occasione di una mediazione tra le battaglie radicali - che potranno misurarsi sugli elettori - e le posizioni cattoliche?
Non mi aspetto che la Bonino abbia questo come obiettivo. Incassare l`appoggio del centro-sinistra mi sembra già, dal suo punto di vista, un grande successo. Può darsi che nel Lazio ci sia una maggioranza elettorale che la riconosca competente e autorevole ma la sua candidatura non nasce per cucire, per trovare spazi di mediazione.
Ma è l`unica candidatura, al momento, e la mediazione s`impone...
Il modo in cui è nata la sua candidatura mi sembra il sintomo di quanto il centro-sinistra non sia ancora riuscito ad ascoltare la complessità del mondo cattolico e quella - complessissima- di Roma. Mancano i sensori. Ma in questa vicenda c`è la cifra di tutto un Paese: cioè di una classe dirigente che non sa rinnovarsi e che appare insostituibile al di là dei risultati.
Mancano i sensori o le personalità?
Mancano gli uomini-sensori. Non nel senso del tatticismo ma della considerazione che esprimere un`area cattolicocristiana sia una ricchezza, una risorsa per il Paese. Una volta esisteva un serbatoio di personalità, figure come Andreatta, Scalfaro, Bernabei.
E perché questo serbatoio si è prosciugato?
Questo è frutto anche della lunga stagione del cardinal Ruini e del protagonismo della conferenza episcopale che ha segnato la via migliore - per i cattolicesimo - di farsi male. Ossia, che prendersi responsabilità di tipo politico e rivendicare una mediazione fosse la cosa più nociva e sconsigliabile da fare.
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