
11/05/11
Libero Quotidiano
Durante la consueta rassegna stampa su Radio radicale, c'è mancato poco che scoppiasse a ridere quando ha letto gli articoli sul «misterioso suggeritore» evocato da Massimo Ciancimino: "Il signor Franco", nome in codice per indicare il mai identificato agente dei servizi segreti cerniera della presunta trattativa Stato-mafia. «La verità è che il signor Franco non esiste, è un personaggio frutto della fantasia, anche un po' infantile, del figlio di don Vito», sbotta Massimo Bordin, che da garantista convinto non ne può più delle sparate del "supertestimone". «Anche perché di questo "signor Franco" lo stesso Ciancimino ha dato nel corso degli anni una serie di identificazioni diverse. Prima è stato descritto come un agente del Sisde con la faccia da mostro; adesso siamo all'ex carabiniere che era l'autista del capo dei vigili urbani di Palermo. Senza contare che il "signor Franco" si è anche sdoppiato nel "signor Carlo"».
Alla radio ha detto: sembra di stare in un cartone animato.
«Poveretto, Ciancimino. Secondo me cerca di mettere le toppe ai casini che sta combinando con l'obiettivo di alzare continuamente la posta».
Dove nasce il mito di "Franco"?
«Nell'ambito di una certa Antimafia, che all'inizio si focalizza su Bruno Contrada, ritenuto il tramite tra l'oscuro mondo dei Servizi e Cosa nostra. Tanto che Contrada, prima ancora di essere arrestato, a Palermo era chiamato l'angelo della morte. Da allora l'attenzione degli inquirenti si focalizza su questa realtà sfuggente».
Ma poi arriva il "signor Franco".
«Ad un certo punto Ciancimino spiega che lui aveva già rapporti con il mondo dei Servizi attraverso questo misterioso personaggio, una convenisse anche ai magistrati». Sorta di tramite con il mondo istituzionale. Salvo poi mutare il corso della saga».
«Ad un certo punto Ciancimino spiega che lui aveva già rapporti con il mondo dei Servizi attraverso questo misterioso personaggio, una convenisse anche ai magistrati». Sorta di tramite con il mondo istituzionale. Salvo poi mutare il corso della saga».
In che modo?
«Ciancimino deve comunque fornire una giustificazione rispetto ad una serie di rivelazioni per le quali è stato preso in castagna. E allora cerca di addebitare una serie di polpette avvelenate, che in realtà sono cucinate da lui, ad esempio quella sui documenti contraffatti che ha fornito ai pm, al "signor Franco". Un giochetto che non reggerebbe neanche cinque minuti se non convenisse anche ai magistrati».
«Ciancimino deve comunque fornire una giustificazione rispetto ad una serie di rivelazioni per le quali è stato preso in castagna. E allora cerca di addebitare una serie di polpette avvelenate, che in realtà sono cucinate da lui, ad esempio quella sui documenti contraffatti che ha fornito ai pm, al "signor Franco". Un giochetto che non reggerebbe neanche cinque minuti se non convenisse anche ai magistrati».
Dove sta la convenienza?
«I pm siciliani hanno investito forte su Ciancimino, cavalcando ipotesi investigative fondate sulle sue deposizioni...».
«I pm siciliani hanno investito forte su Ciancimino, cavalcando ipotesi investigative fondate sulle sue deposizioni...».
Non a caso i pm si sono preoccupati di far sapere che loro sanno chi è l'autore dei fogli contro Gianni De Gennaro, ex capo della Polizia.
«Per forza, cosa dovrebbero fare? Il suggeritore gli salva il testimone, che nella peggiore delle ipotesi diventa un credulone in buonafede, mentre loro hanno un'altra misteriosa figura su cui indagare. Un gioco mediato anche da alcuna stampa».
A chi pensa?
«Sul Fatto Quotidiano sono usciti un paio di articoli di Marco Travaglio piuttosto espliciti».
Espliciti?
«Quando Ciancimino è stato preso con le mani nel sacco per il copia e incolla, la tesi è stata: questo vuol dire che dietro di lui c'è qualcuno che lo manovra e lo porta al massacro per affondare le indagini. E torniamo al "signor Franco", che si rivela sempre comodo».
«Quando Ciancimino è stato preso con le mani nel sacco per il copia e incolla, la tesi è stata: questo vuol dire che dietro di lui c'è qualcuno che lo manovra e lo porta al massacro per affondare le indagini. E torniamo al "signor Franco", che si rivela sempre comodo».
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