
07/01/13
La stampa
Amareggiato, ma non è il caso di farne un dramma», assicura Andrea Sarubbi, giornalista Rai e tra poco più di un mese ex deputato del Pd, che non lo ricandiderà alle politiche.
Uno sfogo?
«No, solo una presa d'atto: nel Partito democratico per le liste si segue la logica dell'appartenenza anziché della competenza».
«No, solo una presa d'atto: nel Partito democratico per le liste si segue la logica dell'appartenenza anziché della competenza».
E così per lei non c'era più posto?
«Non solo per me. Penso a Dellaseta per l'ambiente o alla Concia sui diritti civili. A Roma, a parte la sorpresa Giachetti, tutto è andato come da copione».
«Non solo per me. Penso a Dellaseta per l'ambiente o alla Concia sui diritti civili. A Roma, a parte la sorpresa Giachetti, tutto è andato come da copione».
Sconta degli errori?
«Essere stato leale al Pd: quando Rutelli se ne andò non lo seguii. Ma non fedele: mai stato organico, mi sono opposto con i Radicali al Trattato Italia-Libia e all'acquisto degli F-35. Non mi sono mai preoccupato del mio destino personale: alle primarie ho sostenuto Renzi che ha deciso di non ricandidare nella sua quota parlamentari uscenti».
«Essere stato leale al Pd: quando Rutelli se ne andò non lo seguii. Ma non fedele: mai stato organico, mi sono opposto con i Radicali al Trattato Italia-Libia e all'acquisto degli F-35. Non mi sono mai preoccupato del mio destino personale: alle primarie ho sostenuto Renzi che ha deciso di non ricandidare nella sua quota parlamentari uscenti».
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